Buoncammino, il consueto botellòn degli incivili tra alcol e fumo

Stessa scena di un film, il ritrovo pacifico dei frequentatori del party alcolico si trasforma all’alba in una distesa di bottiglie rotte, rifiuti di ogni genere, senza che nessuno dal Comune di Cagliari possa mettere fine allo scempio


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Uno scempio in piena regola, ormai non cambia la consuetudine dei frequentatori del botellòn con lo sconcio lasciato nell’area di Buoncammino e viale Fra Ignazio, adiacente il convento dei frati cappuccini. Anche il 1° novembre, con gli operai della De.Vizia che devono intervenire: ecco cosa accade alle 7 del mattino, quando la notte prima il tam tam dei social network richiama centinaia di persone che occupano pacificamente il piccolo spazio verde di fronte all’Anfiteatro Romano. Un’intera distesa di rifiuti, bottiglie, lattine, bicchieri, sporcizia, residui di vomito e persino puzza di urina. Gli studenti la notte prima si divertono, bevono fiumi di alcol, suonano la chitarra e cantano, ma la maleducazione è l’icona di questa usanza, un modo di divertirsi magari tra un esame e l’altro, di “staccare la spina”, incuranti di chi l’indomani deve ripulire lo sconcio del party alcolico. 

REGOLE DISATTESE. Le immagini che si ripropongono dall’alba sono davvero aberranti, cumuli di spazzatura dappertutto: il paradosso più ignobile? Leggere nei vari blog e negli eventi frasi di questo genere: “Cerchiamo di fare le persone civili mettendo le bottiglie nei cassonetti o riportandole via al termine della serata, altrimenti ci toglieranno anche questo minuscolo spazio rimasto”. Una raccomandazione sfuggita a molti, visti i risultati”. Naturalmente utopia palese, mentre sono in tanti (politici, cittadini e associazioni), che gradirebbero almeno un blitz della Polizia Municipale di Cagliari per porre freno a questa “usanza” da Erasmus allo stato puro, ma soprattutto perché chi organizza perché non si preoccupa di come viene poi lasciato il luogo dopo queste occupazioni notturne? Ultima prassi anche del venerdì notte, stessa cosa in via Mameli nelle scalinate che riportano nel Corso Vittorio Emanuele: lì però ci sono le case e i locali adiacenti, stranamente anche li nessuno muove un dito per porre fine al disastro di maleducazione.


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