Un uomo, che negli intenti del vignettista del Corriere Emilio Giannelli potrebbe voler rappresentare Christian Solinas, vestito con l’abito tradizionale sardo e con, alle spalle un gregge di pecore. La battuta? “Son venuti dal continente e hanno compromesso l’immunità di gregge”. Una vignetta, quella messa in prima pagina oggi sul principale quotidiano nazionale, che ha scatenato una raffica di polemiche. Sia da parte di semplici cittadini, “siamo orgogliosi delle nostre tradizioni, non siamo untori. Basta con questi luoghi comuni sulle pecore”, “vignetta pessima, colpisce la dignità del popolo sardo”, sia da parte di esponenti politici sardi di spicco. Dario Giagoni, capogruppo leghista, promette battaglia legale: “Signor Giannelli se questa è satira a me non fa ridere. Se questa vignetta è nata con l’intento di essere originale poi è assai meglio stendere un velo pietoso! Prima di arrivare a parlarne nello specifico vorrei però fare delle piccole precisazioni. Noi sardi siamo fieramente e orgogliosamente “figli di pastori” anche quando i nostri genitori fanno ben altro, lo siamo perché quest’antico mestiere ha portato avanti, e prosegue a farlo, intere generazioni, per non dire un intero popolo! Ho chiesto ai miei legali di presentare una querela contro questa testata giornalistica che mi pare abbia perso di vista il senso di ciò che è realmente fare informazione, la quale senza contraddittorio crede di poter proseguire a denigrarci gratuitamente”.

Molto critica anche Emanuela Corda dell’M5S: “Con tutto rispetto per i pastori, continua la campagna denigratoria verso noi sardi e la Sardegna: non possiamo permetterci di lamentarci neanche se dal resto d’Italia importano il virus a casa nostra fregandosene altamente del rispetto delle regole che Veniamo subito presi di mira e scherniti. Questa sarebbe informazione? A me personalmente fa pietà. E se dovessi soffermarmi invece a giudicare solo il livello della satira (che in genere amo), direi che è vecchia, grottesca e stereotipata come poche. Da vomito insomma. Complimenti al Corrierone per lo stile e il livello dell’informazione”. Il coordinatore sardo e deputato di Forza Italia, Ugo Cappellacci, è furente: “Se, in quanto sardo, mi accostano ai pastori o alle pecore, non mi offendo. Anzi, per me è un onore. Per questo la stupida e poco originale vignetta del Corriere della Sera non scalfisce il mio orgoglio. Tuttavia, vorrei fare una considerazione, affidandola alle parole del compianto Francesco Cossiga. Premetto che il direttore del Corriere della Sera si chiama Fontana.
Cossiga rispose in questo modo ad un politico che tirava fuori i soliti cliché sulla Sardegna: ‘Purtroppo non sono barbaricino -disse il senatore a vita- i miei avi erano pastori, probabilmente hanno anche rubato pecore. La mia famiglia -insisté- ha l’onore di annoverare per se forse ladri di pecore, ma anche l’onore del Risorgimento. Data la pesantezza dei suoi giudizi -aggiunse Cossiga rivolto a Pera- nella tradizione italiana il nome di cose inanimate si da’ solitamente a coloro che sono di incerte origini… Lascio quindi derivare quale fosse il mestiere dei suoi avi’. Il direttore del Corriere si chiama Fontana, ma io non mi permetterei mai di discutere sulle sue origini”.











