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I mille euro di pensione sono roba per “ricchi”, più consueti i casi nei quali si riesce ad averne seicento. Ma il costo della vita aumenta a doppia velocità, e i soldi “diventano” pochi. E allora, tra chi si rivolge alle agenzie finanziarie – realtà private che erogano prestiti, in parole più semplici – le scene di disperazione sono tutt’altro che rare. Anche se il prestito non è in discussione, è la sensazione di vergogna nel dover chiedere un aiuto – per quanto contornato dagli interessi – a far scendere le lacrime dagli occhi di molti over 65. I figli sono la primissima preoccupazione, tra chi è single a casa senza lavoro e chi con una famiglia all’interno della quale, all’improvviso, è arrivata la piaga della disoccupazione. Ma non solo: qualche migliaio di euro diventano una necessità quasi primaria anche per avere un forno o una lavatrice nuovi.
Le società che erogano prestiti, oltre a spulciare le varie carte legate alla situazione patrimoniale e all’esatto ammontare della pensione, sono obbligate dalla legge a chiedere il motivo della richiesta di denaro. Ed è allora che, “costretti” a dire la verità, i pensionati abbassano lo sguardo e, bene andando, parlano a bassa voce, confidando che “beh, mio figlio ha perso il lavoro e ha una bambina…”, “mi si è rotta la lavatrice e non posso acquistarne una nuova perché la pensione non mi basta…” e “devo fare un’operazione urgente ai denti…”. Tre esempi a caso, ma tutti reali, tra gli infiniti che arrivano alle orecchie dell’agente finanziario di turno. Che, purtroppo, altro non può fare che allargare le braccia e capire quale può essere, eventualmente, l’entità della somma da far avere al nuovo cliente. Sì, perché poi, dopo, bisogna rendere i soldi con gli interessi.
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