Quando è nata e appena l’ha potuta vedere, dopo un parto cesareo, la madre l’ha stretta forte forte e le ha giurato che avrebbe fatto di tutto per farle vivere un’esistenza quanto più normale possibile. Una promessa arrivata dal cuore, che però già si era scontrata con la dura realtà di una diagnosi prenatale troppo chiara: “Atresia duodenale, una malattia rara”. Il calvario di una bimba di tre anni di Selargius è iniziato nel 2020, subito dopo i primi vagiti: “Ho partorito a Firenze perchè lì c’era una struttura di terzo livello adatta a far nascere bambini con certe patologie. Poi siamo stati rimandati in Sardegna, ma gli accordi presi con vari ospedali e dottori non sono stati rispettati”, racconta la mamma della piccola, un’operaia di 32 anni. Anche il suo compagno, 42 anni, è operaio e hanno altri tre figli. “Per i medici sardi mia figlia è guarita, non deve più fare esami, oltre al fatto che non le hanno mai fatto un esame specifico all’addome che abbiamo dovuto fare a pagamento, fuori, e non avrebbe più quella che è una malattia rara. In realtà, però, non sta bene. Lo manifesta chiaramente quando accusa dolori alla pancia, tipici della sua patologia, e soprattutto non sta prendendo peso”. Insomma, una situazione molto ma molto delicata che ha ormai messo sotto scacco la coppia. Che, con una doppia busta paga da semplici operai e 4 bocche da sfamare, più le loro, non naviga certo nell’oro.
“Siamo già stati un po’ di tempo fa all’ospedale di Firenze e per farlo abbiamo dovuto chiedere un grosso prestito ai nostri parenti. Ora non è più possibile. Dovremo sostenere le spese del viaggio e le visite in intramoenia. Sappiamo che la Regione restituisce una parte dei soldi, ma noi non abbiamo la cifra sufficiente per partire adesso”. Il problema va risolto in tempi brevi, anzi brevissimi: “A conti fatti, ci servono almeno quattromila euro. Non stiamo chiedendo l’elemosina a nessuno e ci teniamo che sia chiaro che sappiamo badare a tutti i nostri figli. Questa è una vera e propria emergenza, ne va del futuro della mia piccola. Chiunque possa donarci anche solo qualche euro ci scriva alla seguente email: [email protected]












