Bertolotti in ostaggio:”Bandito cortese,così mi ha restituito i soldi”

Il Presidente di Confcommercio, Alberto Bertolotti, in ostaggio insieme ad altre dieci persone nella rapina  al banco di Sardegna di viale Marconi racconta: “Un bandito mi ha puntato la pistola davanti agli occhi, avevo tremila euro addosso, me li ha restituiti”. L’intervista


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“Trovarsi una pistola davanti agli occhi non è il massimo”, comincia così il racconto di Alberto Bertolotti, presidente Confcommercio, testimone suo malgrado e ostaggio insieme ad altre dieci persone, della tentata rapina questo pomeriggio in banca a Cagliari, nella filiale di viale Marconi. 
 
“Sono stati minuti di grande panico – racconta- sono riuscito a mantenere la calma, ho capito da subito che c’era qualcosa che non andava quando ho visto due persone entrare travestite da carabinieri, ed evidentemente non lo erano. Altri due complici in borghese portavano parrucche, occhiali e grossi baffi. Facendo finta di nulla, ero appena entrato, mi sono girato e diretto nel gabbiotto per uscire, ma sono subito stato fermato da un altro che mi ha preso per il braccio e riaccompagnato  dentro. Siamo rimasti per un lunghissimo minuto nel gabbiotto, insieme, potevo sentire il suo cuore battere all’impazzata, in mano teneva una pistola. Gli ho detto stai calmo, tranquillo, ho capito tutto, non faccio nulla. Una volta dentro, ci hanno portato in un magazzino, io avevo dei soldi con me, circa tremila euro di incassi, uno di loro ha visto e me li ha presi, gli ho detto questi soldi sono miei non della banca. Ho trovato un bandito gentiluomo, me li ha restituiti”- dice sorridendo.
 
“Ci hanno quindi legato con delle fascette da elettricista, c’era gente che piangeva, urlava- prosegue nel racconto – sono stati momenti duri, anche se ho mantenuto perfettamente la calma, perdere la testa in questi casi non serve a nulla, se non peggiorare le cose. Loro volevano i soldi della banca, non volevano nulla da noi, e infatti non sono stati violenti. Ad un tratto li abbiamo visti arrampicarsi sugli scaffali, sfondare le finestre a tre metri di altezza e fuggire dal giardino posteriore. Poco dopo sono arrivati i carabinieri e ci hanno liberato.”
 


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