Aumento dei contagi in Sardegna: “Troppi pranzi e feste affollate. C’è il rischio di nuove restrizioni ”

Nando Coghe, direttore sanitario dell’Aou, commenta il boom dei contagi nell’Isola: “Le restrizioni? Dipenderà da quanto riusciremo a fare nel non esporci a condizioni di rischio elevate, come vedo che purtroppo sta avvenendo ultimamente. Mi riferisco ai pranzi e alle feste. I vaccini sono necessari. Dobbiamo fidarci dei medici”


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“La circolazione virale non si è mai spenta, siamo nella pandemia e questa ogni tanto riprende vigore. Le restrizioni? Dipenderà dall’entità del fenomeno. Dipenderà da quanto riusciremo a fare nel non esporci a condizioni di rischio elevate, come vedo che purtroppo sta avvenendo ultimamente. Mi riferisco ai pranzi e alle feste popolate da tante persone che stanno insieme in un ambiente ristretto e che quindi si espongono”.  Così Nando Coghe, direttore sanitario dell’Aou commenta l’aumento dei contagi in Sardegna.
“A livello generale si sbaglia quando non si riesce a coprire col vaccino un numero più elevato di persone, raggiungere più persone possibile ha lo scopo di bloccare la circolazione del virus, non ha altri fini”, aggiunge, “solo così si riduce l’indice di contagio e si spegne la pandemia e contemporaneamente si riduce la possibilità dell’emergere di nuove varianti. Per aiutare i vaccini a da vere questa funzione strategica serve accompagnarli con azioni di buon senso che sono quelle che ormai conosciamo che ci raccomandano da sempre. Altrimenti risalgono i contagi. Non sappiamo quanto possono risalire. Viste le esperienze rischiamo che possano salire anche di molto. E’ verosimile che il vaccino avrà un’azione di spegnimento di questi fenomeni. Li contiene in modo efficace e li limita moltissimo i nuovi casi. Non è sterilizzante. A meno non raggiunga i livelli della diffusione la polio”.
Serve il vaccino obbligatorio?
“Serve la vaccinazione necessaria”, risponde Coghe, “se un agente infettivo mi da un problema e io ho uno strumento per risolvere il problema perché non devo usarlo? Se poi dobbiamo parlare di questioni etiche e aspetti squisitamente politici e personali allora questa non è la mia veste.
Penso che vada data una comunicazione più puntuale e lo dobbiamo fare anche nei fatti e nelle nostre azioni. Dobbiamo avere una linearità di azione. Quando proponiamo il vaccino deve essere una sola voce a parlare. Esistono dei parametri che stabiliscono se si possa vaccinare o meno una persona e queste decisioni dei medici non possono essere oggetto di discussioni opinionistiche. Dobbiamo fidarci dei medici. È vero che anche tra i medici qualche cretino ce l’abbiamo e dobbiamo fare il mea culpa. I medici vanno all’Università e si laureano in materie scientifiche dove i vaccini non sono messi in discussione. Se qualcuno lo fa, dovrebbero scattare meccanismi di verifica delle capacità di quel medico perché è possibile che negli anni si sia perso qualcosa. E se non fosse in grado, dovrebbe essere sospeso”.


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