“Ho vinto io, sono vivo per miracolo”. Ha la forza di fare il segno di vittoria con la mano destra Luca Gavini, ottico di 41 anni residente ad Assemini e conosciutissimo, per la sua attività, a Cagliari. In un anno ha visto scorrere davanti tutta la sua vita. Lui, atletico e amante dei viaggi e delle crociere, dal 2018 ha iniziato a convivere “con il mal di schiena”. All’inizio pensa che sia qualche acciacco dovuto all’età che avanza, ma con il passare dei mesi i dolori aumentano. E allora, coscienziosamente, decide di rivolgersi ai medici: “Ho fatto risonanze magnetiche, ecografie addominali, ma non hanno mai portato a nulla. Ho pagato fior di quattrini”, ricorda Gavini. I dolori non diminuiscono e un anno fa va dal suo medico di famiglia: “Avevo un piccolo fastidio nella parte sinistra dell’inguine, mi ha fatto fare un’ecografia total body e solo in quell’occasione il tecnico ha notato una macchia nera. Era lunga circa sei centimetri ed è cresciuto nel tempo oltre i dieci, era un tumore al muscolo in una zona molto particolare, tra vasi sanguigni e colonna vertebrale, ed era incastrato lì dal 2018”. Gavini sbianca, non vuole credere, almeno all’inizio, a quello che gli stanno dicendo. Altro che mal di schiena, un bruttissimo e complicatissimo cancro.
“Il tumore è arrivato a piegarmi due vertebre. Ho fatto altre risonanze, Tac e Pet, hanno iniziato a seguirmi tra il Policlinico di Monserrato e l’Istituto nazionale dei tumori di Milano”. E il calvario va in scena: “Tanti cicli di chemio, poi l’antibiotico e una medicina così forte che, se da un lato mi ha aiutato, dall’altro mi ha trasformato i polmoni in cartone, tanto che ho avuto una polmonite bilaterale acuta con sversamento di liquido. Oltre a una controindicazione della chemio che mi ha portato a una neuropatia sensoriale, cioè non potrò più fare immersioni perchè ho perso la sensibilità a mani e piedi. Due mesi fa mia moglie mi ha salvato la vita per dieci secondi. Ho avuto una sincope e sono svenuto a casa. È stata rapida nel sollevarmi le gambe e chiamare il 118”. Ieri l’intervento decisivo, incrociando le dita, nell’ospedale lombardo: “Dalle 7:15 alle 15:30 sono rimasto sotto i ferri e mi hanno asportato il tumore. Ora dovrò seguire varie cure per anni, ma ho vinto io”, ripete, felice ma affaticato, Luca Gavini. Che si è posto anche un obbiettivo: “Spero, quanto prima, di avere le forze per tornare a fare una delle mie amate crociere”.











