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Un post dai toni molto duri, con un lungo preambolo, quello scritto sulla sua pagina personale Facebook da Ivan Mameli, sindaco di Bari Sardo. E già l’incipit fa capire abbastanza, se non tutto: “Tanto sforzo per nulla?”. Ad appena due giorni dalla riapertura totale di tutte le attività, il primi cittadino del Comune sardo tira le orecchie, a voler essere buoni, ai suoi concittadini: “Quello che ho potuto osservare in soli due giorni è qualcosa di vergognoso. Continui assembramenti, mascherine che diventano un optional, altro che aver capito la lezione, qui non abbiamo capito nulla. Ora immagino che qualcuno invocherà che i vigili debbano fare maggiori controlli e sanzioni, ma di cosa stiamo parlando? Qualcuno pensa seriamente che la soluzione a questo menefreghismo sia il comportarsi da sceriffi? Mi dispiace ma non ci siamo, credo che non passerà molto tempo per cui a cascata, Stato, Regione, e Comune debbano riadottare ordinanze restrittive della nostra libertà, una libertà faticosamente conquistata”, osserva Mameli. “E a quel punto cosa accadrà? Chi andrà a spiegare e chiedere a quelle persone che oggi potevano sperare di rivedere la luce che dovranno chiudere nuovamente la serranda?
Sapete che ancora oggi, abbiamo delle strutture ricettive che si domandano quando e se sia sostenibile riaprire la propria attività per la stagione turistica? Credetemi, non possiamo permetterci il lusso di sbagliare, non ora”.
Prima del duro sfogo, Mameli aveva ricordato che “Sono state distribuite per 3-4 volte mascherine protettive gratuitamente a tutta la popolazione e a tutte le attività presenti sul territorio comunale. Ci siamo tutti quanti rimboccati le maniche cercando in tutti i modi di attutire il brutto colpo ricevuto che ha prodotto e continuerà a produrre effetti negativi ancora per parecchio tempo. E inutile dirvi che il colpo più brutto, ad oggi, l’abbiamo incassato dal punto di vista economico e produttivo. La buona sorte ha voluto che, ad oggi, dal punto di vista sanitario restassimo pressoché indenni. La nostra è un’economia basata ampiamente sul settore turistico e commerciale. Anche gli altri settori economici e produttivi presenti sul nostro territorio come il settore edile e agricolo sono strettamente collegati e interconnessi con i flussi turistici. Questa è la nostra economia principale, esattamente questa. Mi sono confrontato con tanti operatori economici, la sofferenza è palpabile, due mesi di chiusura forzata hanno messo a dura prova il bilancio di quasi tutte le attività coinvolte. Confidando su una proficua collaborazione di tutti e in particolar modo delle attività commerciali coinvolte, quando mi è stata data la possibilità di anticipare l’apertura di alcune attività commerciali, sentendo e acquisendo il parere di tutti i titolari delle stesse e prendendomi le mie responsabilità ho adottato un’ordinanza di apertura anticipata all’undici di maggio”.