Allarme “assalto” seconde case in Sardegna, Temussi (Ats): “Test alla partenza, noi siamo già al limite”

La Sardegna non può ulteriormente potenziare postazioni e personale per garantire i test d’ingresso anti Covid a tutti i passeggeri che potrebbero arrivare nelle seconde case, per le vacanze di Pasqua ma non solo. Il commissario Ats Temussi: “Non ci sono scorciatoie nè altre strade”


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di Sara Panarelli

La Sardegna non può ulteriormente potenziare postazioni e personale per garantire i test d’ingresso anti Covid a tutti i passeggeri che potrebbero arrivare nelle seconde case, per le vacanze di Pasqua ma non solo, dopo il via libera del governo. “Non ci sono scorciatoie né altre strade”, dice il commissario dell’Ats, l’Azienda per la tutela della Salute, Massimo Temussi.

“L’unica, per riuscire ad accogliere chi deciderà di venire in Sardegna nei prossimi giorni, è chiudere accordi con i gestori dei principali porti e aeroporti d’Italia per far fare i test anti covid alla partenza. Noi siamo già al limite e non possiamo fare di più: abbiamo 300 medici impegnati ai varchi, nei tre aeroporti e nei 6 porti dell’isola, tantissimi infermieri, migliaia di volontari.

Uno sforzo enorme, ma di più non possiamo fare – sottolinea Temussi – Con questi numeri è un sistema che funziona, se i numeri aumentano saremmo al collasso, perché siamo già allo stremo”. Temussi anticipa anche che da parte della regione ci sono in corso trattative con gli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Linate, “sono gli scali da cui arriva il flusso maggiore e dunque sarebbe già un grande risultato”, ma che urgono anche accordi con i porti.

“Stamattina, a Porto Torres, sono aumentati di molto gli arrivi in nave. Esattamente come era successo quando c’era stata la grande fuga dalle zone rosse verso la Sardegna durante il primo lockdown, abbiamo notato che i flussi si stanno già intensificando. Se arrivano 700 passeggeri in un’ora e mezzo, io sono oggettivamente in difficoltà: noi dell’Ats, in questo momento, siamo arrivati al massimo. Figuriamoci poi se gli arrivi, come è facile prevedere aumenteranno: significherebbe far attendere per ore e ore la gente, peraltro tutti insieme inevitabilmente, non è che gli spazi negli scali sono infiniti per garantire il distanziamento”.

Temussi ricorda anche che, parallelamente, la Sardegna sta partendo la campagna di screening di massa “Sardi e Sicuri”, messa punto col il microbiologo veneto Andrea Crisanti per sottoporre a tampone tutta la popolazione sarda, in modo da individuare subito eventuali focolai e spezzare la catena del contagio. “Non possiamo assolutamente permetterci di interrompere o depotenziare questo screening dirottando personale in porti e aeroporti, anzi vogliamo accelerarlo. Purtroppo – spiega il commissario dell’Ats – le varianti sono già entrate anche in Sardegna, e dobbiamo tenere alta l’attenzione. Stiamo lottando strenuamente per mantenere la zona bianca. Abbiamo costruito un modello che tutti ci invidiano. Ora – conclude Temussi – sarebbe un delitto buttare tutto per aria e ripiombare nello stesso incubo che abbiamo già vissuto l’anno scorso. E, l’unico modo per evitarlo, è far arrivare in Sardegna ospiti vaccinati o negativi al tampone”.