Dai 300mila polli abbattuti in un allevamento di Vicenza, ai nostri poveri animali del parco di Monte Urpinu, ai quali a Cagliari siamo tutti affezionati.
Purtroppo, però, l’Aviaria continua a seminare le sue vittime e dal contagio, dai possibili focolai, vanno protetti animali e uomini, i nostri amici volatili e i cittadini.
I dati sul contagio nel mondo animale sono poco rassicuranti perché tra il 2020 e il 2021 sono stati tanti i Paesi europei colpiti da una contagiosissima epidemia di Influenza aviaria. Una simile ondata epidemica è stata una delle più vaste e durature tra le epidemie di HPAI che si siano mai verificate in Europa.
Questo flagello “migratore” ha interessato la quasi totalità dei paesi europei inclusa l’Italia e la nostra Sardegna. Basti pensare che lo scorso anno il numero di focolai da H5 (lo stesso del quale sono affetti i volatili del parco pubblico cagliaritano di Monte Urpinu), è stato confermato nella popolazione di pollame domestico con ben 281 focolai e 614 negli uccelli selvatici mentre, per il sottotipo H5(N8), sono stati confermati 105 focolai nei domestici, 191 nei selvatici.
Il caso Cagliari, che ha visto morire in solitudine diversi pavoni, e che oggi, dopo una nota stampa del Comune è giustamente all’attenzione dei media, deve far riflettere e trovarci pronti per adottare le necessarie misure dopo le analisi del caso.
Un plauso va al personale del Servizio Sanità Animale che ha scelto le modalità operative, ed è prontamente intervenuto in queste ore, su disposizione della ASL, e che sta effettuando i necessari interventi per impedire o limitare la diffusione dell’influenza Aviaria e smaltire celermente gli animali decimati dalla stessa. Nessun allarme ovviamente, tutto sotto controllo anche se va sottolineato che non è l’uomo a uccidere, ma il flagello Aviaria, il quale necessita di un’azione protettiva. Anche se rattrista e addolora veder morire gli animali da abbattere, i quali probabilmente supereranno le 160 unità. Tra essi oche, pavoni, cigni, mentre per ora non si ha notizia delle tartarughe presenti nel parco stesso di Monte Urpinu.
Tuttavia, il richiamato “caso Monte Urpinu” (non pollame da tavola, ma animali “da compagnia”), che rappresenta oggi una novità, merita un approfondimento dal punto di vista della sicurezza dei frequentatori del parco, oltre che degli animali che potrebbero essere entrati a contatto con animali “infetti”.
Il fatto che nella “Mappa dei focolai in Italia, nella Regione Sardegna, sono assenti evidenze su contagi di animali e nel dettaglio volatili, fa pensare anche alla necessità di risorse Ministeriali da destinare al Capoluogo della Sardegna, e con esso, alla nostra Isola per far fronte non solo ai casi di animali da battere, anche se non avremmo mai voluto. Bensì agli animali da reintrodurre, monitorare costantemente, proteggere e far avere sani all’insegna del loro sacrosanto benessere.
In tal senso, non mancherà certamente la nostra massima attenzione dagli amministratori della città di Cagliari. Attenzione che verrà proposta ai Consiglieri della Commissione comunale Politiche della Sicurezza già lunedì, con una riflessione su detta tematica.









