L’Isola finisce in arancione, si attende solo la firma dell’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza e, tra i ristoratori sardi, c’è chi ha già deciso che non alzerà la serranda per le prossime due settimane. A Cagliari, Alberto Melis, titolare di tre ristoranti, è furioso: “Avevo già fatto le scorte dei prodotti, si trattta di migliaia di euro. Ora le dividerò tra i dipendenti, con i fornitori con i quali sono più in confidenza sono riuscito a bloccare gli arrivi”, spiega Melis. Ma il danno c’è lo stesso: “Assurdo finire in zona arancione, per noi è una mazzata. Ho più di trecento posti a sedere” che, nei prossimi 14 giorni, saranno vuoti. Ma c’è la possibilità di vendere, comunque, con asporto o domicilio: “Sì, ma noi non lo facciamo, non abbiamo quel tipo di clientela. Inoltre, la Marina la sera è spettrale, non ci passa nessuno, non c’è movimento, la gente non esce più la sera. Resterò chiuso per due settimane”.
Casse vuote, quindi. Che fare? “Dovrò indebitarmi”, afferma Melis. “È trovare soluzioni che mi permettano di andare avanti. Ho sessanta dipendenti che rimarranno a casa, in attesa che passi questa nuova situazione difficile”, conclude il ristoratore 47enne.









