Senza tregua e senza fine, e soprattutto senza che si riesca anche solo a intravedere una qualche via d’uscita. I prezzi al dettaglio in Sardegna continuano a crescere più velocemente rispetto al resto d’Italia, con l’inflazione che a settembre registra in regione un tasso del +9,8% contro il +8,9% della media nazionale. Lo denuncia Adiconsum Sardegna, commentando i dati definitivi dell’Istat.
“La Sardegna si piazza al terzo posto tra le regioni italiane dove i prezzi crescono di più – spiega il presidente Giorgio Vargiu – I prezzi aumentano in media del +9,8% su base annua, determinando una stangata per i consumatori sardi pari a +2.606 euro annui a famiglia. Peggio della Sardegna fanno solo il Trentino Alto Adige (+10,5%) e la Sicilia (+10,4%)”.
“Il vero dramma è rappresentato tuttavia dal record raggiunto dagli alimentari, beni di prima necessità di cui i cittadini non possono fare a meno – spiega il presidente Giorgio Vargiu – I listini al dettaglio dei prodotti alimentari e bevande analcoliche sono cresciuti a settembre in regione del +12,3% rispetto all’anno precedente: questo significa che una famiglia della Sardegna solo per il cibo si ritrova a spendere oggi +630 euro all’anno, con una stangata senza precedenti”.
Tra le altre voci che pesano sulle famiglie, Adiconsum segnala rincari annui in Sardegna del +76% per la voce energia elettrica e gas, + 11,3% per i trasporti, + 7,7% la ristorazione e +10,7% alberghi e strutture ricettive.
“Crediamo che il nuovo Governo debba intervenire con urgenza per calmierare i listini e sostenere le famiglie, adottando misure realmente efficaci, a partire dal taglio dell’Iva su alimentari e generi di prima necessità, perché con una inflazione a questi livelli il rischio concreto è di spingere migliaia di famiglie sarde verso la soglia di povertà” – conclude Vargiu.












