“Voglio giustizia per Manuel”, parla la madre del marito di Valentina

La mamma del marito di Valentina Pitzalis, la donna sfigurata, non ci sta: “Lei fa audience, ma la verità è completamente diversa”


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Tre anni fa la tragedia, un tentato omicidio e un suicidio, o morte accidentale, a Carbonia. Protagonista una coppia separata da alcuni mesi: lei è Valentina Pitzalis rimasta sfregiata dal cherosene che il marito le avrebbe gettato addosso per poi darle fuoco, e da allora diventata il simbolo della lotta alla violenza sulle donne. Lui è il marito Manuel Piredda, morto carbonizzato e da subito etichettato come l’omicida della moglie. Ora, a distanza di tre anni, la madre di Manuel, Roberta Mamusa, chiede di riaprire il caso. “Mio figlio non era una persona capace di uccidere – spiega disperata – Tutte le prove dimostrano la sua innocenza, ma forse una donna sfigurata fa molto più audience di qualsiasi verità”.

La donna da alcune settimane cerca di fare sentire la propria voce sui social network, con pagine e profili dedicati al figlio Manuel. “Ormai mio figlio è ricordato come una persona cattiva e capace di uccidere – sottolinea – Sono passati tre anni pieni di dolore, nei quali io e mio marito, dopo aver perso il nostro unico figlio, siamo stati ricoperti di brutte parole che ci hanno distrutti ancora di più facendoci rinchiudere nella nostra più grande tristezza.
Ma oggi siamo qua, per urlare al mondo una verità non detta, una verità che oggi nessuno vuole più ascoltare. Chiediamo che venga riaperto il caso chiuso troppo prematuramente e senza prove alcune della colpevolezza di nostro figlio, anzi le prove raccolte indirizzano da tutt’altra parte”. Roberta ha anche pubblicato una serie di lettere scritte da Valentina per Manuel dopo la loro separazione, che “dimostrano che era lei a nutrire un amore morboso e instabile nei confronti di mio figlio”.

E poi elenca una serie di motivi validi per riaprire il caso. “Lei – scrive Roberta Mamusa – afferma che nel momento in cui è accaduto il fatto, loro erano separati da un anno e non si vedevano da parecchio tempo, dichiarazione smentita da tanti vicini di casa di Manuel che la vedevano quasi tutte le mattine uscire di casa alle sette. Non è mai stata fatta l’autopsia sul corpo di mio figlio nonostante sia stato trovato con la testa spaccata: Manuel è stato ritrovato nell’ingresso dell’abitazione mentre lei nella camera da letto, se voleva davvero ucciderla, come mai è morto solo lui e ancor prima che arrivassero i soccorsi?”. Secondo la donna, inoltre, non è stato mai ritrovato l’innaffiatoio, che secondo Valentina il marito avrebbe utilizzato per versarle addosso il cherosene.

“Poi – continua la madre di Manuel – come si spiega che mio figlio è morto carbonizzato e lei ha solo la faccia e le braccia ustionate? Se gli fosse stato gettato addosso del cherosene avrebbe avuto ustioni per lo meno nel petto, invece sembra quasi che le sia esploso qualcosa tra le mani e infatti una l’ha persa e l’altra le è stata trapiantata: cosa stava maneggiando? Noi siamo rimasti fin troppo tempo in silenzio, ad osservare la sua popolarità crescere tra libri e pubblicità. Siamo gente umile e non abbiamo bisogno di diventare famosi: nostro figlio non tornerà in vita ma vogliamo giustizia e che la sua memoria non venga più infangata”.


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