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Della provocazione ha fatto la sua cifra, da sempre. Ma ora, da candidato alle elezioni europee in quota Lega, ogni affermazione fa da cassa di risonanza a polemiche incrociate, con il risultato di amplificare i messaggi che il generale Vannacci vuole mandare.
“Mussolini era uno statista. Non vedo perché sia necessario dotarsi della patente di antifascista per esprimere le proprie opinioni. Rivendico anche la considerazione su Mussolini, che è uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato: è la prima definizione di ‘statista’ sul dizionario”, dice Vannacci rinfocolando il dibattito sull’antifascismo che in questi giorni tiene banco.
E ancora: “L’italiano ha la pelle bianca, lo dice la statistica”, l’omosessuale che “ostenta da esibizionista deve accettare le critiche”, “l’aborto non è un diritto”, gli studenti a scuola, compresi i disabili, “vanno divisi in base alle loro capacità”. Quest’ultima, l’affermazione che ha suscitato più indignazione e reazioni degli avversari, che si spingono come nel caso di Italia Viva fino a rievocare il nazismo.