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Un metro di distanza. Un metro di speranza. Un metro di tensione. Un metro di felicità, ma un po’ anche di paura. Per rilanciare l’economia in ginocchio e anche il turismo in Sardegna, soprattutto per salvare il lavoro, si è deciso di accorciare nettamente il distanziamento sociale rispetto alle precedenti previsioni. La paura del Coronavirus è ora meno forte di quella di vedere scomparire di colpo gran parte delle attività produttive. Dunque ieri sera la rotta è cambiata: la distanza nei bar e nei ristoranti, e in generale interpersonale quasi ovunque, sarà soltanto di un metro. Ha vinto la linea delle Regioni dopo un confronto con il governo di oltre dieci ore. Riapre tutto da lunedì, dai bar ai ristoranti ma soprattutto dal 3 giugno riaprono anche le frontiere: si potrà viaggiare nei Paesi dell’Unione Europea senza effettuare la quarantena.
Si potrà praticamente tornare a fare tutto, a incontrare chiunque, sempre a un metro di distanza. Un metro che divide noi dal virus, e che forse ha salvato dal baratro tantissimi commercianti che stavano per dichiarare fallimento. I dati dei contagi sono ottimi, quindi la linea politica è quella di rompere gli indugi. E riaprire, anche al turismo, perchè di questo si tratta. Oggi si saprà quali sono le disposizioni di Solinas, ma è chiaro che se la linea italiana è quella di riaprire le frontiere, significa che la stagione turistica partirà anche in Sardegna, come era forse impossibile pensare anche soltanto una settimana fa. Senza passaporti sanitari e tamponi negli aeroporti, perchè questo metro diverso decisionale ha di fatto allentato la morsa di ogni controllo.
Certo, ci saranno i termoscanner negli aeroporti e gel igienizzanti dappertutto, anche nelle spiagge. Ma la riduzione a tre metri e mezzo di distanza degli ombrelloni, rispetto ai cinque inizialmente previsti, potrebbe consentire di lasciare quasi del tutto libere le spiagge in Sardegna che prima erano libere, e forse di evitare la temuta “privatizzazione”. Di sicuro decolleranno di nuovo molti posti di lavoro che sembravano perduti, ci si prepara di colpo a una stagione turistica che sembrava vietata.
Tra i nostri lettori le primissime reazioni sono contrastanti. C’è chi esulta per la libertà ritrovata, per la gioia di poter rivedere (ma non riabbracciare, a un metro di distanza) anche gli amici. C’è chi teme per una nuova avanzata del virus che potrebbe portare a un clamoroso autogol. E c’è chi vede salvato nella notte il proprio bar, il proprio negozio, il proprio ristorante, il proprio albergo, o soltanto il sogno di un’assunzione nella stagione estiva. Per cambiare tutto in una notte, è bastato appena un metro.