Udc: sì a riforma enti locali, ma senza penalizzare i comuni

Sostegno concreto alle autonomie locali e norme per i piccoli comuni


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Primo confronto sulla riforma degli enti locali tra il gruppo Area Popolare  in Consiglio Regionale  (Rubiu, Tatti, Oppi e Pinna) e un folto gruppo di Sindaci ed amministratori locali aderenti all’UDC e all’area popolare in un incontro voluto dal Dipartimento Enti Locali UDC . Al termine della lunga discussione è stato approvato un documento che, in sintesi, vedrà impegnata l’UDC in Consiglio Regionale su una piattaforma di proposte da presentare al Consiglio Regionale:

1) E’ opportuno che  si approvi la riforma ma la stessa deve essere fortemente autonomistica aprendo e offrendo nuove possibilita’ ai Comuni della Sardegna rispetto al Testo Unico degli Enti Locali. L’UDC e’ contraria ad una legge che sia restrittiva di competenze e opportunita’ per i Comuni sardi.

2) In virtu’ di questo e’imprescindibile un piano straordinario, che oltre alle funzioni ed alle competenze, salvaguardi i piccoli comuni e garantisca una loro tutela anche per porre in essere serie politiche contro lo spopolamento, a partire dal lavoro e dal’occupazione soprattutto giovanile.

3) E’ opportuno che, sul modello di quanto fatto, anche da altre regioni, oltre alla volontarieta’ di adesione all’Unione dei Comuni, si attivino meccanismi di incentivazione dei servizi realmente posti in essere. Prima dell’approvazione della nuova legge non sarebbe male fare una proiezione dei servizi resi in 15 anni dalle Unioni in forma associata e i relativi costi, soprattutto per capire quanto hanno inciso per i cittadini (su tutti la raccolta differenziata).

4) E’ indispensabile, inoltre, che la quota dei 10.000 abitanti fissata per legge, abbia una sua differenziazione sia per i comuni montani che per quelli a bassa densia rurale (si pensi alla Marmilla oristanese).  In questi casi non sarebbe male il limite minimo dei 4 comuni con almeno 5000 abitanti. Si avrebbero Unioni omogenee e funzionanti.

5) Occorre, inoltre, sciogliere ogni dubbio sul futuro delle Province e dei servizi e funzioni che ha gestito operando una revisione di tutte le norme in essere: ad esempio tutto cio’ che e’ competenza sull’ambiente vada alle agenzie regionali, mentre si semplificano procedure e burocrazie varie.  In virtu’ di questo e’ oportuno avere una Provincia metropolitana che abbia la valenza di gestione di servizi in comune e per questo con un ambito territoriale non molto vasto.

L’UDC, con lo spirito di chi ha sempre avuto per le autonomie locali una grande e primaria attenzione, ritiene opportuno che la riforma debba essere condivisa da tutto il Consiglio Regionale e non discussa dalla sola maggioranza.Le Autonomie sono un patrimonio collettivo.


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