Il nero della liquirizia è l’unico “nero” che rimane a livello di colore e di umore, dopo due anni. A Invitas, al porto di Cagliari, l’unico standista non sardo è Tommaso Tomarelli, di Teramo. Il terremoto ha quasi distrutto il suo negozio e la sua casa in Abruzzo, mettendolo in ginocchio. Produttore da decenni di liquirizia, ha dovuto quasi ricominciare da capo. E la Sardegna è la sua “nuova” casa principale.
“È l’unica Regione che ci ha aiutato, permettendoci di venire a lavorare anche nello scenario suggestivo di InvitaS. Siamo onorati di essere ospiti di Cagliari, stiamo girando per le fiere isolane fin da giugno, e tutti apprezzano molto la nostra liquirizia. I sardi riescono a cogliere quel gusto unico, legato alla modalità di preparazione”, spiega Tomarelli. “Noi partiamo dalla bollitura delle radici e otteniamo il succo, poi iniziamo la lavorazione. È l’unica liquirizia morbida senza la gomma arabica, si scioglie in bocca”.










