Sestu-Policlinico, Cossa: “Biglietto unico senza discriminazioni

Trasporti pubblici nell’Area Metropolitana: il consigliere regionale dei Riformatori, Michele Cossa sottolinea le penalizzazioni per gli utenti del cagliaritano puntando il dito contro la Regione: “Per i 17 Comuni occorre il biglietto unico a tempo, soprattutto occorrono maggiori benefit per i meno abbienti”


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“Occorre un’unica gestione per il sistema dei trasporti pubblici della Città metropolitana, che dev’essere tutto classificato come “urbano” e si deve basare su logiche moderne. In questo quadro, la linea metropolitana Sestu-Policlinico assume una valenza essenziale, considerato il bacino enorme che andrebbe a servire. Nel frattempo, occorre subito introdurre per tutti i 17 comuni il biglietto unico e il biglietto “a tempo”: se esiste una città metropolitana non possono esserci discriminazioni tra i cittadini dei Comuni che ne fanno parte. Non ci sono solo Cagliari e Quartu”. 

Sono queste le ragioni che stanno alla base della mozione presentata al Consiglio regionale da Michele Cossa sul trasporto pubblico locale. Il consigliere dei Riformatori Sardi da anni ha aperto un fronte sulla questione dei trasporti pubblici “La possibilità di fruire di un efficiente servizio di trasporto pubblico rappresenta il presupposto necessario per la riduzione del traffico privato, con tutte le positive conseguenze che ne derivano in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico e della sicurezza”, continua Cossa. Che critica aspramente la decisione della Giunta regionale (delibera n. 20/6 del 12 aprile 2016), che ha modificato il sistema tariffario regionale introducendo una serie di peggioramenti, tra cui l’abolizione dei criteri di differenziazione per i meno abbienti”. Per quanto riguarda nello specifico la Città metropolitana, Cossa rileva che “nessuna unificazione tariffaria è stata prevista per i comuni che si trovano all’interno della Città metropolitana di Cagliari, alcuni dei quali (Sestu e Capoterra in primis) continuano a fruire di un servizio anacronisticamente classificato come “extraurbano”, con le conseguenti penalizzazioni legate all’assenza di flessibilità tariffaria, legata soprattutto alla possibilità di fruire di un biglietto unico e di biglietti “a tempo”.


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