Reddito di cittadinanza: la fila al comune di Cagliari

La notizia sul quotidiano La Stampa. Richieste sul provvedimento annunciato dal M5Stelle. La conferma dell’assessore Secchi: “E’ capitato, anche se si tratta di casi abbastanza sporadici”


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Reddito di cittadinanza: le prime richieste al Comune di Cagliari. Partito da tempo l’assalto al Reis, negli uffici dell’assessorato alle Politiche sociali fa gola anche il provvedimento annunciato in campagna elettorale dal Movimento 5 Stelle, del quale, però non c’è traccia.

L’assessore alle Politiche sociali Nando Secchi l’ha dichiarato in un’intervista pubblicata sul quotidiano La Stampa e conferma che il reddito di cittadinanza è stato chiesto: “è capitato, anche se si tratta di casi abbastanza sporadici”. Già a marzo il caf della Cisl aveva ammesso che alcuni utenti avevano chiesto informazioni sulla possibilità di accedere al reddito di cittadinanza.

Del resto è aperta la caccia a tutti i sussidi in una terra dove i dati sulla disoccupazione sono drammatici: il 17 % in Sardegna (contro l’11 % in Italia) con punte del 21 % nelle zone meridionali dell’Isola. Dal novembre 2017 in città c’è il reis (reddito di inclusione sociale): un assegno mensile da 200 a 500 euro per le persone e per le famiglie in difficoltà. In città 2 mila e 300 domande e 2 mila 188 pareri favorevoli. Dopo ritardi, intoppi sono state pagate da quattro a sei mensilità. Tante le tensioni.

Il reddito di cittadinanza è una proposta contenuta nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle. Si tratta di un contributo di 780 euro mensili assegnato ai disoccupati iscritti al centro per l’impiego. Prevista anche un’integrazione (fino al tetto massimo di 780 euro) per i pensionati e lavoratori che percepiscono una pensione o uno stipendio inferiore ai 780 euro. I percettori del reddito di cittadinanza sono obbligati a frequentare 2 ore al giorno di corsi di formazione e a impiegare 8 ore settimanali a disposizione dei comuni di residenza. I centri per l’impiego dovranno poi occuparsi di trovare un’occupazione ai beneficiari che alla terza offerta di lavoro rifiutata perderanno il diritto al reddito di cittadinanza. Ma al momento è solo una proposta elettorale che potrebbe avere luce verde solo in caso di governo targato Movimento 5 Stelle.