Non solo luogo di culto e preghiera, nella casa del Signore a volte si tralascia il sacro per dedicarsi al profano ed è così che pochi ostentatori hanno messo in subbuglio il luogo che, non solo per definizione, a tutti unisce e reca pace e serenità all’animo che ricalca le orme del Padre eterno. Motivo della “rivolta” sarebbe stata la scarsa attitudine del prete nel trattenere i giovani parrocchiani, voce però ampiamente smentita dalla maggior parte dei cittadini che, dopo aver appreso la notizia delle sue dimissioni attraverso l’atto conclusivo dell’omelia, si sono schierati in suo favore. Sono sempre ben accetti i pensieri contrastanti, la democrazia è un diritto, ma ciò che proprio stona è il modo che è stato usato: anonimi volantini divulgati attraverso i social e le cassette postali dei privati per “liberare San Pietro”. Le malelingue non meritano di essere prese in considerazione, soprattutto quelle che prima si immergono nell’acqua santa per poi sputare veleno come serpenti calpestati, ma la delusione per l’amato don Enrico è stata talmente tanta che nemmeno la solidarietà dei suoi veri fedeli lo ha fatto desistere dal prendere questa triste decisione. Una sconfitta per tutti, poiché hanno vinto quei pochi che si proclamano devoti e si recano puntuali agli appuntamenti innanzi all’altare per parlare con il Signore che, dall’alto dei cieli, vuole solo il bene anche per le pecorelle smarrite. “La calunnia è un venticello, canta il personaggio di Basilio nella famosissima opera ” Le mariage de Figaro” di Beaumarchais. Senza dedicare una sola parola a chi la pratica, credo si definisca da sé, vorrei raccontare la mia esperienza personale e quella del gruppo che dirigo Il Crogiuolo – Fucina Teatro, La Vetreria . Ho proposto – spiega Rita Atzeri – a Don Enrico, ormai qualche mese fa, di poter organizzare in parrocchia, precisamente negli spazi dell’Oratorio, un laboratorio teatrale gratuito, destinato ai bambini, come strumento di prevenzione al bullismo. Don Enrico ha prontamente accolto la nostra proposta, ben felice di poter offrire una nuova opportunità di crescita sociale e culturale ai piccoli della sua Comunità. Ogni giovedì viviamo l’Oratorio e respiriamo un’atmosfera di serenità, accoglienza, disponibilità. Vediamo un luogo vivo ed attivo, frequentato da parrocchiani grandi e piccoli. Tra i grandi qualcuno, addirittura, segue il lavoro come uditore. Abbiamo assistito a tante iniziative benefiche, che hanno unicamente i Poveri al centro ( “I poveri al centro a partire dalla povertà di ciascuno di noi”, come ama dire Don Enrico). Abbiamo assistito a tante iniziative di preghiera, organizzate da Don Enrico, dove la parola d’ordine è sempre stata fratellanza-inclusione. Questa è la realtà che conosco io”. “Se si desidera fare della Chiesa un luogo di incontri collaterali, suppongo che la sua posizione cozzasse con l’opinione di coloro che invece desideravano farne un luogo di incontro che esulava da questo.
La Chiesa dovrebbe essere il Regno della Parola del Signore, qualunque cosa si faccia.
La Parola del Signore non può essere un contorno, ma il Piatto Principale.
Ma detto ciò, chiunque sia stato a mettere i volantini anonimi, è stato un atto misero e meschino, che certamente non punirá don Enrico, che invece ha agito ancora una volta in eloquente simbiosi religiosa con il suo umile mandato, ma sarà Dio stesso a farlo.
Dio ha mandato un suo Servo, un suo Disegno, dopo un lungo tempo forse Dio stesso desiderava l’accoglimento umile del cambiamento, ma l’ego ha vinto sul servizio a Dio, irrompendo e violando quel volere con un atto meschino, miserabile, vigliacco e misero, che per la mia morale non condivido, qualunque fossero le ragioni.
Si è cagionata della sofferenza.
Di questo bisogna prendere atto, umanamente e cristianamente.
Spero che Dio porti a questa comunità la possibilità di espiare le colpe.
È una brutta storia.
Bruttissima storia.
Una brutta pagina di Quartucciu” esprime una fedele. Insomma, tanto rammarico per una storia che mette in risalto la parte più brutta dell’animo umano, quella mossa dall’invidia e dalla cattiveria che con arroganza emerge: non è sufficiente andare in chiesa per lavarsi la coscienza o inondare la bacheca social con santi e preghiere soprattutto se poi gli atti che si compiono sono quelli diametralmente opposti agli insegnamenti del Signore. Un vero credente mette in pratica la parola di Dio e non si fa grande solo perché valica il portone d’ingresso della parrocchia. Ci vuole ben altro per essere credenti o semplicemente esseri umani: il cuore.










