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Da una media già risicata e “stressata” dall’emergenza Coronavirus al vuoto assoluto. Meglio: “Da dieci telefonate al giorno, tra richieste di prenotazioni, a zero nell’ultima settimana, proprio dopo certi titoli usciti su alcuni giornali che hanno descritto la Sardegna come se fosse la nuova Codogno”. Franco Turco, 59 anni, è agente di viaggio e tour operator da metà degli anni Ottanta. E un’estate “disastrosa” come quella attuale giura di non averla mai vista. Anche perchè, se è vero che “il mercato ha retto grazie ai sardi, ai milanesi e ai romani, mentre abbiamo avuto una forte contrazione per i vacanzieri stranieri”, subito dopo Ferragosto si è rimaterializzato il crollo, proprio in parallelo con i nuovi casi di Coronavirus nella zona di Carloforte e della Costa Smeralda: “I sardi stavano andando nelle seconde case al mare e non all’estero, ma le richieste di informazioni e le prenotazioni sono bloccate da almeno una settimana, tutto a causa della paura del Covid-19. Ma in Sardegna non c’è mica una pandemia fuori controllo”.
Turco è sicuro: “Siamo passati come gli untori di tutti gli italiani, ma è falso. La provincia di Cagliari si è salvata, anche se hanno pesato i contagi di Carloforte”, sostiene Turco. “Io faccio incoming e outgoing, lavoro sia con turisti del resto del mondo che con sardi. E proprio questi ultimi, in molti casi, hanno una paura che può anche essere umanamente comprensibile ma che viene anche amplificata e danneggia chi lavora, oltre che arrecare danni alla loro terra. Sto cercando di salvare il salvabile di questa brutta stagione”.