Quartu, il mistero: “Spariti gli abiti firmati e la collana d’oro di mia sorella uccisa in via della Musica”

Nella mansarda dove è avvenuto il femminicidio di Mihaela Kleics c’era tutto il suo guardaroba: “E non solo”, dice, dalla Romania, Andrada: “Vestiti di marca di Armani e Guess, valgono più di 3mila euro, e anche occhiali costosi, una collana e il suo portafoglio: li voglio, ho già avvisato i carabinieri”. Il padrone dell’appartamento, Franco Marini, si difende: “Ho dato tutto in beneficenza ad un altro rumeno”


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Al dolore per la perdita della sorella, uccisa con decine di coltellate in una mansarda di via della Musica a Quartu dal suo ex lo scorso 13 dicembre, si aggiunge quello di non poter avere gli oggetti che Mihaela Kleics indossava e custodiva nell’appartamento. Roba costosa, di marca: “Sparita chissà dove”, denuncia, dalla Romania, Andrada, la sorella della 50enne vittima di femminicidio. “Si tratta di abiti costosi e di marca, solo quelli valgono più di tremila euro: Armani, scarpe Guess, borse, occhiali di marca da trecento euro l’uno, almeno tre, il suo portafoglio Dolce e Gabbana e i due cellulari iPhone”. Ma anche “tanti profumi e una collana in oro. I gioielli e un braccialetto, invece, li hanno dati le Forze dell’ordine al suo ex fidanzato, li spedirà da noi in Romania”. una collana in oro nero Da Arad, in Romania, Andrada e la figlia di Mihaela non riescono a darsi pace: “Quelli sono gli unici ricordi che abbiamo e che non si possono comprare con i soldi perchè hanno un valore sentimentale, vogliamo stringerli tra le nostre braccia. Voglio fare una denuncia, ho già parlato con i carabinieri: mi è sempre stato detto che, come sarebbe stato possibile aprire l’appartamento, ci sarebbe stata restituita la roba”. Andrada Kleics ha anche parlato con il proprietario della mansarda: “Mi ha detto di aver buttato tutto via”. Ma la donna non crede a questa versione.
E il padrone dell’appartamento nel quale si è consumato il femminicidio, Franco Marini, si difende e dice la sua: “Ho detto ai carabinieri se potevano darmi un contatto, ho aspettato diverse settimane e non si è fatto sentire nessuno. Dovevo liberare l’appartamento, non potevo fare diversamente. Mi sono portato a casa il materasso pieno di sangue per farlo ritirare dalla De Vizia. Mi son trovato l’appartamento devastato, ho fatto davvero il possibile”, spiega l’uomo. “I telefoni ce li ho io, devo consegnarli ai carabinieri con anche il passaporto. Non c’erano gioielli, i vestiti c’erano: ho fatto ripulire tutto quanto e ho dato tutto a un loro connazionale che ha preso l’appartamento in affitto. Quando ha saputo che lì era successa una disgrazia mi ha reso le chiavi e non l’ha più voluto. C’erano i sacchi e le valigie con i vestiti, ho dato tutto al loro connazionale. L’appartamento era devastato, il letto insanguinato, con una porta interna pugnalata e i lucernai spaccati. Un finimondo, nessuno ha pensato di darmi una mano, i danni me li sono accollati io”. E giura di “non aver trovato” nessuna collana o gioiello: “L’unica cosa di valore erano i due iPhone. Aspetto la chiamata dei carabinieri, quando mi hanno reso le chiavi ho chiesto cosa fare e mi è stato detto di aspettare qualche giorno. Ma una volta che ho riaffittato l’appartamento ho dovuto liberarlo. Quando ho fatto fare le pulizie ho detto di mettere i vestiti nelle valigie e nei sacchi. L’inquilino mi ha chiesto se poteva prenderli e gli ho detto di sì”. E Marini apre uno spiraglio: “Ho il suo numero di telefono, non ho nessun problema a darlo alla sorella di Mihaela. Di quei vestiti non me ne sarei fatto nulla”.


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