Pula – Invogliare i giovani a scoprire le antiche bellezze delle rovine archeologiche: grazie all’impegno della Fondazione Pula Cultura Diffusa, il parco archeologico di Nora, insieme alla fortezza nuragica di Su Mulinu e al Tempio di Antas, è in corso la partecipazione al prestigioso progetto europeo Cooltour – Millennials for Cultural Heritage del programma Erasmus+.
I segni delle civiltà passate riaffiorano pian piano grazie allo straordinario lavoro degli esperti che, scavo dopo scavo, riportano alla luce veri e propri tesori dal punto di vista storico e culturale. Un valore inestimabile che richiama l’attenzione di migliaia di visitatori ogni anno.
La Sardegna è un museo a cielo aperto, ogni angolo dell’Isola mostra come e dove vivevano, migliaia di anni fa, i nostri predecessori: non per niente è una delle isole in pole position come possibile regno di Atlantide, descritto da Platone come “un’isola grande più della Libia e dell’Asia, potente, civile e sacra a Poseidon, Dio del mare e i cui abitanti erano costruttori di torri”. Un mito che lascia spazio all’immaginazione basata anche sui tanti ritrovamenti, che dimostrano la grandezza e l’importanza di questa ipotesi.
Sebbene i siti archeologici coinvolti nel progetto raccontano di un passato “più recente”, quello del post cataclisma che, secondo la leggenda e gli studi che sostengono questa tesi, avrebbe spazzato via la meravigliosa Atlantide e ricoperto di decine di metri di fango e detriti le “torri”, ossia i nuraghi, niente vieta ai professionisti del settore di creare una rete affinché le nuove generazioni vengano attratte dalla ricerca e dai monumenti già visitabili. Ben per questo, “in questi giorni Michele Muntoni, guida turistica dell’Area Archeologica di Nora, si trova a Zagabria per rappresentare la Sardegna e partecipare ai primi incontri previsti dal progetto” spiega il Comune amministrato da Walter Cabasino.
“Il progetto, cofinanziato dalla commissione europea, riunisce centri di ricerca, esperti di comunicazione, organizzazioni studentesche e giovani cittadini provenienti da 6 Paesi Europei: Italia, Serbia, Slovenia, Cipro, Croazia e Ungheria”.
Un obiettivo importante, che è quello di promuovere il dialogo e il confronto tra i gestori dei beni culturali e le giovani generazioni, fornendo ai primi conoscenze e competenze specifiche sulle strategie e gli strumenti da utilizzare per attrarre i giovani, ai secondi, invece, strumenti digitali interattivi per condividere facilmente informazioni sui siti del patrimonio all’interno della comunità di amici e coetanei.
Insomma, alla scoperta del passato grazie anche alle tecnologie digitali che consentono uno studio approfondito da poter concretizzare, poi, con le visite ai siti archeologici.













