Per mezzo secolo si è dato da fare col suo gregge di pecore nelle campagne sarde, a Masullas e a Pompu, Tigellio Piras, 67 anni. Qualche mese fa è riuscito, anche abbastanza miracolosamente visto il periodo di crisi, a vendere tutti gli animali e ad andare, comunque prima del tempo, in pensione: “Ho smesso, non ce la facevo più. Lavoravo da solo e i rincari non mi hanno permesso di badare al bestiame. Mi sarei dovuto tagliare le vene per continuare a pagare l’energia, il concime e il gasolio”, racconta. Ha deciso di manifestare anche lui in piazza a Cagliari, anche se ora la sua vita è ben distante dalle campagne, almeno a livello lavorativo: “Il latte ora ce lo pagano un euro al litro, ma con tutti questi rincari siamo sempre nella stessa situazione”. La coperta rimane corta, insomma: se da un lato chi acquista il latte lo paga a un allevatore un euro tondo, lo stesso allevatore non guadagna perchè è strozzato dalle troppe spese.
“Ora faccio il pensionato, vivo con 600 euro al mese insieme a mia moglie. I miei figli stanno lavorando ma sono andati fuori, non hanno voluto fare il mio mestiere perchè hanno visto come me la sono passata io”, racconta l’allevatore. Cioè, decisamente male, soprattutto negli ultimi anni:. “Con chi me la prendo? Al Governo son 30 anni che non scegliamo nessuno. Ce l’ho comunque con chi ci governa a livello provinciale, regionale e statale”.











