Un fulmine, insanguinato, a ciel sereno. L’uccisione di Maria Dolores Cannas, casalinga 57enne di Sinnai, da parte del figlio Andrea Tidu, ventisettenne rinchiuso a Uta con l’accusa, pesantissima, di omicidio volontario aggravato, nella casa di via Monte Genis, non se l’aspettava nessuno. Lello Tidu stava riposando quando il figlio ha sferrato la coltellata alla schiena della Cannas, morta per un’emorragia abbastanza rapida, con la lama che le ha perforato un polmone. Stavano litigando, questa è la sicurezza anche degli investigatori: “Ma si è sempre trattato di litigi normali, di quelli classici nelle famiglie”, questa la ricostruzione fornita dall’uomo. “Spesso per chi doveva utilizzare l’auto”. Potrebbe essere dunque una litigata sull’utilizzo della macchina la scintilla che ha fatto perdere la testa al giovane? Probabile. Di sicuro, chi lo conosce bene sa che negli ultimi tempi non era più lo stesso. La sorella, Francesca, ha spiegato che Andrea era “più nervoso del solito”, soprattutto nell’ultimo mese. I motivi? Non si conoscono, anche perchè il giovane conduceva un’esistenza senza chissà quali eccessi o sfarzi. Le giornate di lavoro col padre nelle campagne, poi la sera il ritorno a casa, un po’ di tempo libero solo nei fine settimana. Non c’è uno straccio di elemento, al momento, che possa aiutare a comprendere i perchè dell’omicidio.
Il telefonino cellulare del 27enne, insieme ai vestiti sporchi di sangue, è stato sequestrato. Sarà analizzato dagli esperti, nelle prossime settimane, per capire se tra i messaggi e le telefonate possa esserci qualunque eventuale indizio. Perchè il ventisettenne era inquieto e mostrava segni di nervosismo? Qualche problema inconfessabile a sorella e genitori? Oppure, e se possibile ancora più tragicamente, davvero un raptus al culmine di una lite familiare magari su qualche tema importante e scottante? Quale che sia la ragione, Andrea Tidu rischia la pena dell’ergastolo. Il suo avvocato, Roberto Zanda, dopo averlo sentito a Uta spedirà in tribunale una memoria difensiva.