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Il fascino di una diva immortale per una straordinaria prova d’attrice – Anna Bonaiuto, interprete raffinata e intelligente, di grande temperamento e bravura, incarnerà la “La divina Sarah” nella pièce tratta da “Memoir” di John Murrell nella versione francese di Éric-Emmanuel Schmitt, in cartellone DOMANI (venerdì 22 luglio) alle 20 al Teatro Romano di Nora per il XXXIV Festival La Notte dei Poeti organizzato dal CeDAC.
Un meraviglioso – e intrigante – gioco di specchi, tra la leggendaria attrice francese, dallo spirito libero, spregiudicata e anticonformista, ammirata e acclamata a Parigi e in tutta l’Europa, negli Stati Uniti e in Sud America – durante trionfali tournées – e una signora del teatro italiano che ha saputo dar vita sul palcoscenico come sul grande schermo a personaggi di notevole intensità e spessore, tra acuto realismo, ironia e poesia. Tra le antiche pietre di Nora, Anna Bonaiuto presterà corpo e voce all’indimenticabile Sarah Bernhardt, icona della Belle Epoque, giovanissima “Ifigenia” nel dramma di Racine, poi dopo il successo ne “Le Passant” di François Coppée, splendida regina del “Ruy Blas” all’Odéon, e ancora “Phèdre” e Doña Sol nell’ “Hernani” alla Comédie Française, e poi applaudita interprete shakespeariana – da Cordelia ad Amleto, da Cleopatra a Lady Macbeth.
Un interessante e inedito ritratto d’artista per “La divina Sarah” – nella nuovissima mise en scène di Teatro e Società, per la regia di Marco Carnit, e con Gianlugi Fogacci nella parte del segretario Georges Pitou – che descrive la celeberrima “Voix d’or” nell’intimità delle sue stanze, attraverso un gioco metateatrale da cui affiora tutta la complessità e la ricchezza di sfumature di una creatura sensibile e appassionata. Una donna – e un’attrice – capace di ammaliare le platee in virtù di un immenso talento e un grande carisma, seduttrice e ribelle alle regole, ma vinta dall’amore per il suo Aristides Damala, ispiratrice di Marcel Proust per la figura de “La Berma” (alias Haras, l’inverso di Sarah, nelle lettere dello scrittore) in “Alla ricerca del tempo perduto”.
Un’esistenza tumultuosa, dalle relazioni con amanti illustri – tra cui artisti del calibro di Gustave Doré e Georges Clairin, attori come Mounet-Sully e Lou Tellegen, scrittori come Victor Hugo e il poeta e drammaturgo Edmond Rostand – alle decise prese di posizione, come nell’Affare Dreyfus, dove si schierò con Émile Zola. Arte e vita si mescolano nel testo del canadese John Murrell, tradotto in francese da Éric-Emmanuel Schmitt (e in italiano da Giacomo Bottino) – che ritrae la “divina” Sarah ormai prossima alla fine e all’inevitabile exitus, ma ben lontana dal tramonto, determinata a rivendicare il proprio ruolo e la propria importanza sulla scena.
Sul palco sospeso tra cielo e mare, Anna Bonaiuto – vincitrice del Premio Ubu come miglior attrice nel 2003 per “Sabato, domenica e lunedì” di Eduardo De Filippo, con la regia di Toni Servillo, oltre alle numerose nominations e al David di Donatello e il Nastro d’argento per il film “L’amore molesto” di Mario Martone, e alla Coppa Volpi come attrice non protagonista per “Dove siete? Io sono qui” di Liliana Cavani – interpreterà il ruolo della grande attrice francese. Due artiste – idealmente – a confronto in una pièce che è anche una riflessione sull’inganno e la verità oltre la finzione, in una sorta di confessione, rivolta al suo segretario da una Sarah Bernhardt ancora al culmine della carriera, per nulla disposta a cedere il posto a pericolose rivali come Eleonora Duse.
La fortunata pièce – che ha debuttato in Francia al Théâtre de l’Œuvre con il titolo “Sarah et le cri de la langouste” per la regia di Georges Wilson, poi presentata al Théâtre Édouard VI con cast stellare – Fanny Ardant nel ruolo della protagonista e Robert Hirsch in quello del segretario Georges Pitou – sbarca nell’Isola, nello scenario incantato di Nora nel fulgore del tramonto, con una protagonista d’eccezione come la partenopea Anna Bonaiuto.
Diretta in teatro da registi come Mario Missiroli, Luca Ronconi, Mario Martone, Carlo Cecchi e Toni Servillo, al cinema è stata Armida in “Una spirale di nebbia” di Eriprando Visconti, la moglie di Renato Caccioppoli in “Morte di un matematico napoletano” di Martone, la madre in “Dove siete? Io sono qui” di Liliana Cavani, e Delia, la protagonista de “L’amore molesto”, ancora di Martone, dal romanzo di Elena Ferrante. Dopo la logopedista Marina Moltedo in “Prima la musica, poi le parole” di Fulvio Wetzl, gira “Il caimano” di Nanni Moretti e nel 2007 è nel cast di “Mio fratello è figlio unico” di Daniele Luchetti, cui segue “L’uomo di vetro” di Stefano Incerti, e ancora l’intensa interpretazione di Livia Danese, moglie di Giulio Andreotti, ne “Il divo” di Paolo Sorrentino. Tra i film più recenti, “Viva la libertà” di Roberto Andò (che le è valso l’ennesima nomination al David) e “Banana” di Andrea Jublin, nel ruolo della temutissima professoressa Colonna, che incarna il disincanto del mondo della scuola e della società contemporanea.
Il XXXIV Festival La Notte dei Poeti proseguirà con un duplice appuntamento al Teatro Romano di Nora: sabato 23 luglio alle 20 Laura Morante leggerà “Il pranzo di Babette” di Karen Blixen e domenica 24 luglio alle 20 a Nora la prima nazionale di “Platero y Yo” del poeta spagnolo (Premio Nobel) Juan Ramón Jiménez, con l’istrionico Ugo Dighero e il chitarrista Christian Lavernier.