A 14 mesi dalla morte di Fernanda Nocera va avanti la battaglia, tutta legale, tra i parenti della settantaseienne e lo stesso ospedale: L’ultimissima novità è che il prossimo 9 novembre ci sarà il tentativo di una mediazione civile tra le parti. Stando a quanto si apprende, lo stesso Brotzu ha nominato un commissario liquidatore, passo successivo alla scelta dei proprio consulenti per verificare la perizia fatta dal consulente tecnico d’ufficio. Le opzioni sul tavolo sono tre: dai vertici del più grosso ospedale sardo potrebbe non presentarsi nessuno, garantire la presenza del proprio legale e formulare una proposta di risarcimento oppure contestare tutte le accuse e le conseguenti richieste mosse dai parenti della donna. A parte la proposta, eventuale, di risarcimento, le altre due strade portano dritte al tribunale. A confermarlo è l’avvocato Antonio Mastino: “Per conto dei miei assistiti ho formulato una richiesta di risarcimento per danni patrimoniali, la mediazione è un passaggio necessario all’interno della causa”. Stando ai parametri previsti dalla legge, si tratta di 250mila euro per ognuno dei tre figli della Nocera, più anche soldi per i nipoti per la perdita della loro nonna. C’è una relazione medica, sembra quindi abbastanza plausibile che giovedì prossimo possano essere presenti sia i rappresentanti del Brotzu sia l’avvocato e i parenti della Nocera. “Siamo pronti a portare la causa in tribunale, in caso mancata risposta del Brotzu, di disconoscimento di qualunque responsabilità legata al decesso o, anche, di un’offerta che non riteniamo soddisfacente”.
Fernanda Nocera è morta l’11 settembre 2022. Esiste una relazione nella quale viene messa in evidenza la non colpevolezza dei medici del Brotzu: “La donna èdeceduta a causa di una candidemia sostenuta a C. Parapsilosis (la candida), infezione diagnosticata dopo il secondo intervento eseguito a sua volta a causa della deiscenza dell’anastomosi colo-rettale, motivo del primo accesso” al Brotzu. E le complicanze successive all’intervento dei primi di settembre non sono ascrivibili “ad una condotta colposa da parte dei sanitari che ebbero in cura la donna, infatti non sono stati ravvisati profili difformi” sia prima, sia durante che dopo l’intervento. A mettere nero su bianco, nelle conclusioni, il motivo principale del decesso della 76enne è stato il medico legale nominato dalla procura, Francesco Locco, e chiamato a dare una risposta sul perchè l’anziana sia spirata dopo il suo ingresso in ospedale il 23 agosto del 2022. La relazione è datata sedici novembre 2022, il deposito nella cancelleria del tribunale di Cagliari è avvenuto lo scorso 22 febbraio. Nei mesi c’è stato un cambio di pm: la consulenza tecnica medico-legale era stata richiesta dal pm Andrea Vacca, oggi il caso è tra le mani della sua collega Rosanna Allieri. Nelle carte è ripercorso sia il primo ricovero con relativa operazione, nel 2021, sia il secondo, con tanto di operazioni colo-rettali, che si è concluso con la morte della Nocera. Il medico legale chiarisce che le complicazioni post operatorie non sono ascrivibili “ad una condotta colposa da parte dei sanitari”. E fa anche notare che la donna fosse una fumatrice con una broncopneumopatia cronica ostruttiva e con un’anamnesi neoplasia vescicale. “La vicenda è tutto fuorchè semplice, sia sotto il profilo medico che sotto quello legale”, precisa dottor Locco. E, dalle carte, emerge anche che il nove settembre, un esame sulla punta del catetere venoso centrale è risultato positivo per S. Hemoliticus, cioè il batterio dello staffilococco. La donna ha iniziato la terapia il sei settembre, dopo una consulenza infettivologica, due giorni dopo l’esame colturale. I due giorni di distanza, però, “non hanno avuto un effetto causale sul verificarsi dell’evento, soprattutto nella sua accezione penalistica”, osserva Francesco Locco. “Se la terapia fosse stata cominciata il 4 settembre non si può affermare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la Nocera si sarebbe salvata, infatti la mortalità sarebbe stata in ogni caso del 15% contro il 37 del caso concreto”. Da qui l’assenza di elementi di colpa per i medici del Brotzu. Ora, però, si attende di capire se sarà riconosciuto, anche solo in parte, un risarcimento.













