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“Mi dimetto perchè non sono certo un voltagabbana, no agli inciuci”. Tra le righe della lettera di dimissioni del sindaco di Monserrato Tomaso Locci si legge l’amarezza per la rottura con i Riformatori, ma c’è uno spiraglio aperto: venti giorni di tempo per ricucire lo strappo. C’è un passaggio strategico e fondamentale, nella lettera di dimissioni del primo cittadino ed è questo: “La coalizione che rappresento si è presentata in antitesi a quel gruppo politico di partiti e di persone che hanno governato la città negli ultimi 25 anni, coi risultati che tutti conosciamo e lasciataci nello stato in cui l’abbiamo trovata. Non potrei quindi mai accogliere l’augurio dei due consiglieri del gruppo dei Riformatori Sardi tendente a spingermi nel fare inciuci con chi è stato dagli elettori sonoramente bocciato e contro il cui modo di amministrare mi sono opposto, apparendo così quel “voltagabbana” che non sono e non intendo essere. A norma dell’art. 53 del Testo Unico degli Enti Locali, dalla data odierna decorrono venti giorni di tempo per un eventuale mio ritiro delle dimissioni prima che queste possano diventare irrevocabili; periodo durante il quale gli Organi Istituzionali rimarranno in carica coi soli poteri di ordinaria amministrazione. Inizia quindi oggi un percorso nel quale, responsabilmente, mi aprirò ad un confronto con i tre Gruppi Consiliari (Monserrato Libera, Monserrato la tua Città, I Riformatori Sardi) che ancora si riconoscono nel nostro programma e che l’hanno ufficialmente sostenuto con la votazione favorevole dei provvedimenti di volta in volta adottati. Un confronto che dovrà svilupparsi non su nuove alleanze o nuovi assetti di governo delle istituzioni diversi dagli attuali, ma su eventuali priorità da dare agli obiettivi programmatici contenuti contenuti nel nostro programma, attraverso quindi proposte, iniziative e azioni positive che si volessero condividere”.