Monserrato, la festa e quel voto che unisce nel cuore un paese intero

Il bellissimo racconto di Rita Mameli della festa della Beata Vergine di Monserrato. Una candela, un pensiero, l’affidamento alla sua cura di persone care, il voto per un piccolo miracolo che chissà potrà avvenire


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di Rita Mameli

Nascere in un paese significa anche avere scandito il tempo dalle feste principali: per noi di Monserrato la festa della Beata Vergine è uno dei momenti dell’anno in cui tutta la comunità si ritrova per un unico fine. Una candela, un pensiero, l’affidamento alla sua cura di persone care, il voto per un piccolo miracolo che chissà potrà avvenire. Il popolo di Dio lo ha chiamato oggi don Marcello, ed è anche il popolo di una piccola città che si riconosce e si da appuntamento a Settembre, sapendo che all’inizio o alla fine della processione ci si reincontra anche se da un anno non ci si vede, anche se da mesi non ci si sente. Ma sappiamo sempre che saremo lì. Il tempo passa e cambiano anche le usanze. Ricordo la cura con cui da bambini ci preparavano alla festa, perché si poteva essere tra i privilegiati e poter salire sul “cassone” del camion degli angioletti, ma normalmente si trattava solo di angeli biondi e io per nascita rimanevo fuori, nessun rimpianto, la festa comunque non cambiava. La mia prima processione in costume, avevo 8 anni e fu per la festa della Madonna, seguendo il simulacro portato a spalla dai guardiani della parrochia. Da adolescente poi cambiavano le abitudini e l’8 é stato sempre il primo giorno di messa alle 6 dopo un’estate in cui tutto si fermava, tranne il fervore di pensare che stavamo divendando grandi. La prima messa per benedire il nome di Maria sapendo che settembre è il mese della rinascita e che da lei si può trovare conforto e aiuto per ciò che sta iniziando. Sapendo che passa il bando a ricordarti che è ora di non poltrire più. Ma era anche non chiedere il permesso per stare fuori in giro con gli amici o un nuovo amore, perché tanto si tornava da nonna, portone spalancato in s’arriu, sino a che fatto l’appello non c’eravamo tutti. Poi gli anni della maturità, separi gli obblighi dalla necessità e quella messa diventa la ricerca di una conferma. Sapendo che comunque lei ogni anno aspetta. Aspetta gli umili, le persone lontane, coloro che si apprestano a renderle omaggio, senza guardarsi intorno, chini in preghiera o nei propri pensieri, indifferenti a ciò che sta intorno ma interessati a chiedere solo la sua intercessione. Sperando che farlo sia già una risposta.
Attrus annus mellusu chi deu bolidi


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