Sarà l’ultima tappa prima di giungere a Cagliari, a Bonaria, la meta del lungo cammino che partirà da Olbia e che permetterà di scoprire luoghi e sentieri dell’Isola in nome della fede. Pochi giorni fa si è celebrata la cerimonia della posa delle tre pietre (Siste Viator) in Via Don Bosco, in Via Caracalla e nel sagrato della chiesa dedicata al S.S. Redentore, “un progetto importante, “Cammino di Bonaria”, i cui pellegrini, credenti e non, hanno deciso di superare i propri limiti, cercando di eseguire il “cammino” da Olbia fino alla Madonna di Bonaria, Patrona Massima della nostra amata Sardegna, passando per Monserrato” ha espresso il sindaco Tomaso Locci.
Una sinergia di forze ha permesso di raggiungere questo traguardo, massimo impegno da parte della famiglia Serri, “che è venuta a trovarmi per chiedermi di entrare a far parte di questo cammino”.
Tra i tanti che hanno contribuito anche “la Cooperativa i Progetti, l’ingegnere Piccardi e il vicesindaco De Roma” che hanno trasformato l’evento in una “occasione eccezionale per Monserrato: abbiamo 3 parrocchie” prosegue Locci, “una comunità che ha un sentimento religioso importante e il cammino di Bonaria è uno di quei percorsi importantissimi, anche dal punto di vista turistico. Abbiamo sensibilizzato anche le associazioni e le attività commerciali che sono vicine al cammino e, comunque, metteremo in campo a giugno, quando ci sarà la sua concretezza con la consacrazione nella chiesa di Bonaria, iniziative mirate a pubblicizzare l’evento, per promuovere la partecipazione a questo cammino. Coinvolgeremo tante attività commerciali di Monserrato e ovviamente i bed and breakfast e coloro che vorranno ospitare i pellegrini, come accade in Spagna. Sono le stesse famiglie che ospitano a dei prezzi modici nelle proprie case chi si mette in viaggio”.
Un’iniziativa religiosa ma anche commerciale e turistica alla stregua di quello che il cammino di Santiago di Compostela in Spagna produce: “Milioni di turisti e una rilevanza nell’ambito nazionale e internazionale per Monserrato”.
Un nuovo modo per pensare al turismo insomma, che associa spiritualità e religiosità a luoghi da visitare immersi nella natura prima di raggiungere le tappe. Un modo per raccogliere l’anima, staccando dalla frenesia e dai tanti problemi che circondano la vita quotidiana, incontrando nuove persone e paesi e città pronte ad accogliere i pellegrini in viaggio.