Prima di entrare nel merito della questione, portata alla nostra attenzione da quanti frequentano la Chiesa di Piazza Giovanni a Cagliari, sorge una domanda : chiedere l’elemosina è una necessità per sopravvivere o è una forma di sfruttamento mascherato ? Ce lo siamo chiesto altre volte per il numero di giovani che chiedono l’obolo, specie osservando le postazioni strategiche che vanno occupate all’ingresso delle chiese, dei bar, dei negozi di generi alimentari. Nel constatare che la maggior parte sono giovani donne e ragazzi di colore, ci sorge anche un altro dubbio : ma non sono quegli stessi giovani migranti che sono 8 o dovrebbero essere ) assistiti dai vari servizi ed operatori convenzionati con la Prefettura ed il Comune ? Sarebbe ancora un’altra musica !!!
Hanno ragione i parrocchiani di San Paolo in Piazza Giovanni XXIII, come quelli che frequentano le chiese cittadine : l’assalto di stranieri che chiedono l’elemosina deve preoccupare, non solo per i modi , ma soprattutto per il ” fenomeno”.
E’ peggio di ciò che succede tutti i giorni nelle aree parcheggio della Città, dove si è assediati da plotoni di migranti. Non solo davanti alle chiese , ma all’ingresso dei punti di ristoro, dei market e anche dei piccoli negozi di alimentari , ogni giorno, prevalentemente di mattina, uno o più ragazzi o una ragazza di colore chiedono l’elemosina, talvolta silenziosamente, accennando un saluto, altre volte con sfacciata insistenza. E al termine della questua, vanno nel bar, nell’edicola o nella tabaccheria più vicina a cambiare le monete in banconote, spesso di cinquanta o anche più euro.
Altre volte ho scritto che c’è la sensazione che, come per i parcheggi, ci sia alla base una vera e propria organizzazione che gestisce il fenomeno. Prima, davanti alle chiese c’erano i nostri mendicanti, i nostri poveri a chiedere l’elemosina. Poi sono arrivati i Rom, singoli o in gruppo, intere famiglie.Qualcuno ancora resiste, ma prevalentemente li vediamo la sera, alla messa vespertina.Al mattino sono stati sostituiti da ragazzi e ragazze di colore che svolgono tale mestiere solo durante la mattina, quando ci sono più presenze e si possono fare migliori ” incassi “.
Ma dove vanno a finire i danari che raccolgono ? E’ una domanda che dovremmo porci, che mi pongo. Una domanda che ho posto altre volte , senza avere risposte.
Non sarà il caso che qualcuno vada a vedere come stanno veramente le cose ? che si ponga rimedio ad un fenomeno che non solo infastidisce le persone, spesso le più deboli, anziani e donne che vanno a messa o a fare la spesa , ma soprattutto che crea imbarazzo e pericolo ?