Non ce l’ha fatta la piccola Melina. Dopo una lunga e difficile agonia, la gattina di Ussana presa a fucilate qualche settimana fa si è dovuta arrendere alla ferocia e all’ignoranza del suo aguzzino, per quello che è solo l’ennesimo episodio di violenza nei confronti degli animali.
Un gesto vigliacco dinnanzi al quale, la famiglia di Cristian Moi, non è riuscita a rimanere impassibile al cospetto di cotanta cattiveria. “Vorrei si sapesse che qualcuno del nostro paese ha usato un’arma e ha sparato alla mia gatta. E non è la prima volta”, grida con dolore il proprietario adottivo. Perché Melina, dolce gattina trovatella, dopo l’ignobile gesto, rischiava seriamente di rimanere paralizzata al 100%. Da qui la geniale intuizione di Moi: costruire una piccola sedia a rotelle con una moderna stampante 3D, probabilmente per alleviarle il dolore, aggravato ancor più dall’impossibilità di vivere la propria vita in totale indipendenza, come sempre aveva fatto. Purtroppo però Melina non riusciva neppure a trascinarsi e lentamente si è abbandonata a se stessa, spegnendosi tristemente tra le braccia del suo caro padrone.
Una storia che ancora una volta è oggetto di riflessione, per un tema, quello del maltrattamento animale, che pare non avere tregua. In un periodo dove le ordinanze contro i botti sono all’ordine del giorno un po’ in tutti i centri della penisola, maggiori controlli dovrebbero essere effettuati anche in relazione a tutti i casi di violenza e torture denunciati quotidianamente alle autorità. Il grido d’allarme da parte di Cristian suona quasi come un monito: la caccia agli assassini è cominciata.