Malamovida a Cagliari, chiude il ristorante L’Ambasciata: “Con l’albergo ci salviamo ma senza turisti non basta”

La Marina ha perso un altro dei suoi locali food: “Cinque dipendenti a casa”. Messo In vendita l’hotel a 3 stelle, il titolare Filippo Nieddu: “Spero che il prossimo sindaco tuteli di più il rione. Stiamo cercando di monetizzare, i vacanzieri che vengono solo per 6 mesi l’anno non sono sufficienti: i collegamenti aerei sono troppo pochi”


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Cucine chiuse, fuochi ormai freddi e perdita di posti di lavoro inevitabile. A Cagliari ha chiuso anche il ristorante L’Ambasciata, il suo nome va ad aggiungersi a quelli del Gennargentu e del La Pola. E, da qualche settimana, è stato messo in vendita anche l’hotel che porta lo stesso nome, nel cuore del rione portuale della Marina. 2,2 milioni, questa la cifra richiesta che si può trovare online: “Stiamo cercando di monetizzare”, spiega il titolare Filippo Nieddu, che ha rilevato l’attività sorta sulle ceneri di una casa di riposo nel 2020, anno segnato dall’arrivo della pandemia del Covid e dalla nuova ondata di crisi. Il problema principale è stato quello legato alla sorte del ristorante: “C’è stato un calo degli affari a causa della malamovida, ricordo ancora le recensioni di un gruppo di vacanzieri inglesi fatte sui social. Non credo di essere l’unico a lamentarsi, nel rione servono più controlli, non solo per le macchine parcheggiate male”, sbotta Nieddu. “Spero che il prossimo sindaco tuteli di più il rione”. La chiusura del ristorante, che aveva anche spazio per mettere dei tavolini esterni, ha portato come conseguenza quella “del licenziamento di cinque persone. Basta poco per rivitalizzare la Marina, oltre ai controlli si potrebbero creare eventi di richiamo anche nella vicina piazza Sant’Eulalia”.
Discorso leggermente diverso merita, invece, l’albergo, da qualche settimana proposto in vendita: “Ci salviamo, ma non basta. I turisti non bastano per sei mesi l’anno, devono esserci sempre. Tanti fine settimana i cognomi che ho nell’agenda delle prenotazioni sono di sardi, manca chi arriva da fuori e non è pensabile in un quartiere che rappresenta la porta d’ingresso verso tutta Cagliari, i collegamenti aerei per esempio sono troppo pochi”. Insomma, potrebbe andare decisamente meglio: “Noi imprenditori siamo coalizzati con i residenti, entrambi chiediamo e vogliamo un rione più sicuro e vivibile”.


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