Dodici anni dopo gli attacchi alla metro di Londra, la City colpita un’altra volta al cuore nell’attentato terroristico di ieri pomeriggio al Parlamento. Il bilancio è di quattro morti (compreso l’attentatore), quaranta feriti, fra cui due italiane. A un anno esatto dalla strage di Bruxelles, l’Europa ripiomba nel terrore. Ma Londra reagisce subito “Non ci faremo piegare dai terrorismo” ha detto il Sindaco Sadiq Khan.
A seguire quei terribili momenti, tra urla, caos, elicotteri che sorvolavano i cieli di Londra, c’era anche un giornalista sardo, Maurizio Carta, emigrato quattro anni fa nelle city e che oggi lavora per il quotidiano online The Post Internazionale: “E’ subito partito un piano sicurezza collaudatissimo- racconta. Immediatamente la zona è stata completamente isolata, con numerosi poliziotti in tenuta anti-sommossa. Cosa fosse accaduto è stato veramente tangibile da subito. La stazione Metro di Westminster, che sta proprio di fronte al Parlamento e Big Ben è stata prontamente chiusa non appena è scattato l’allarme. Le notizie hanno purtroppo continuato ad aggiornarsi in negativo.”
Nel pomeriggio di ieri, alle 15:40, un uomo non ancora identificato (dai tratti somatici asiatici, secondo le testimonianze) ha falciato con un’auto alcuni passanti nei pressi del palazzo di Westminster, il Parlamento britannico. Poi è sceso dall’auto e ha ha colpito con un coltello un agente, poi è stato fermato. Un attacco al cuore della città e simbolo democrazia in pieno giorno. Non ci si abitua mai al terrorismo ma forse un atto terribile come questo non era del tutto inaspettato per i londinesi, nella metropoli infatti purtroppo si convive con questo timore che aleggia sempre nell’aria, che non cambia di certo le loro abitudini.
“A Londra è tangibile la presenza delle forze dell’ordine in tutti i punti sensibili, oggi più che mai, anche se appunto ripeto che tutte le stazioni metro come del resto tutti gli obiettivi che sono considerati sensibili sono sempre presidiati” racconta Carta-. Da subito è stato un sorvolare di elicotteri su tutta l’area, temendo ovviamente che potesse essere un caso non isolato. La notizia ha veramente preso piede grazie anche ai nuovi media. Tutta la zona intorno è stata appunto chiusa sino al Whitehall, dove sta il N 10 di Downing Street, sede ufficiale del Primo Ministro May. Regnava sicuramente lo sconcerto, oltre la curiosità per capire come la situazione si stesse evolvendo. Io stesso in qualità di giornalista mi sono voluto precipitare il piuà vicino possibile all’area, ed ho appreso durante il viaggio dentro il vagone che la fermata interessata era gia’ stata prontamente interrotta”.
La società londinese non si ferma a lungo, il parlamento oggi ha ripreso il suo normale iter lavorativo. Come sottolinea Maurizio “Londra è già stata bersaglio in passato di attacchi terroristici, il cui scopo è appunto diffondere il panico e l’instabilità. E’ una citta’ che riparte quasi immediatamente, – spiega- quasi che anche colpi fortissimi come questo, possano essere assorbiti in fretta. Forse ci si convive, però come in tutte le grandi metropoli e nei grandi centri strategici, per quanto possa essere protetta, sotto-controllo e presidiata, non si può avere il 100% del controllo su tutto. Theresa May è stata chiara, dicendo che “ogni tentativo di distruggere i loro valori e’ destinato a fallire.”
Nelle sue parole si può leggere anche un segnale da parte dello Stato,- chiude- su quel messaggio che si vuole mandare, cioè nel far si che il tutto riprenda a camminare quanto prima, certo nel rispetto delle vittime, ma comunque continuando a camminare quasi da subito. ”













