Letti esauriti e ricoveri bloccati: “In Sardegna tanti medici vanno a lavorare nel privato, guadagnano di più”

Pronti soccorso intasati e personale stremato, gli ospedali finiscono ko anche per la presenza dei turisti. Salvatore Manca, presidente Simeu: “Tanti dottori si sono specializzati in Sardegna e poi sono tornati nelle loro regioni. Le visite a pagamento riducevano le liste d’attesa, è gravissimo che ci sia chi ha deciso di bloccare i ricoveri perchè, così, i malati sovraccaricano chi lavora nei pronti soccorso”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA


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Ci sono i pronti soccorso intasati, i letti ormai tutti pieni e un’insufficienza di personale medico che stanno mandando sempre di più ko i vari ospedali sardi. Curarsi è diventato ormai una chimera, chi può paga in privato e chi non può, spesso, si arrangia. I cittadini protestano, da Cagliari e Nuoro e da tutta la Barbagia sino a Olbia i problemi sono sempre gli stessi: “E la situazione è disastrosa”, esordisce, senza mezzi termini, Salvatore Manca, presidente della Simeu, la società italiana di medicina emergenza e urgenza. Manca fa un focus sul dramma che si vive in tutti i pronti soccorso: “Lì si vivono le situazioni più drammatiche, anche per colpa di una mancata responsabilizzazione da parte di chi gestisce le aziende sanitarie locali. Il personale è sovraccaricato, il divieto ai ricoveri deciso dall’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari”, al Policlinico di Monserrato, “crea enormi disagi dal punto di vista normativo e organizzativo. Impedendo i ricoveri in reparto, i pazienti stazionano al pronto soccorso ed ecco perchè si allungano i tempi di attesa per le prestazioni, con le giuste proteste dei cittadini”. Ma ci sono anche i medici, pochi, nei reparti, in fibrillazione: “Abbiamo una sofferenza maggiore causata anche dalle presenze turistiche, con i vacanzieri che si rivolgono ai servizi ospedalieri. C’è una grave carenza di personale”, sostiene Manca, “ciò è dovuto alle graduatorie nazionali che hanno portato tanti medici a venire a specializzarsi in Sardegna e, una volta terminato il percorso, tornare nelle proprie regioni, lasciando sguarniti i reparti”.
E, di sicuro, il blocco dell’intramoenia deciso dall’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, non è stata la soluzione giusta, per il numero uno della Simeu: “Dal punto di vista normativo non è fattibile, un assessore non può modificare una normativa contrattuale. E l’intramoenia ha ridotto le liste di attesa. Tanti medici si stanno licenziando per andare a lavorare nel privato, o nelle cooperative o nelle agenzie, guadagnano di più, non hanno gli stipendi bassissimi del pubblico e con quattro o cinque turni da dodici ore hanno lo stesso stipendio di un medico dirigente che deve, però, lavorare un mese”.


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