di Paolo Rapeanu
Addio a 1200 euro al mese, e addio alla liquidazione. Silvia Ledda ha 33 anni, è di Sestu, e per sette anni ha lavorato al call center Dynamicall in via Meucci a Cagliari. Adesso c’è il de profundis, licenziamento già attivo dal marzo scorso e futuro incerto. Anzi, incertissimo: “Sono madre di due figli, uno ha 1 anno e l’altra otto, il mio era l’unico stipendio che entrava in casa. Devo pagare ogni mese 450 euro di affitto, non mi può aiutare nessuno, sono veramente disperata”, dice, col viso bagnato da qualche lacrima. “Mi appello a Enel Energia, per tanti anni ho lavorato presentandomi come Silvia Ledda di Enel Energia, la società deve mettersi una mano sulla coscienza”.
Un cambio della situazione, tuttavia, sembra praticamente impossibile: “Davanti ai miei figli cerco di avere la forza di non piangere, ma non so come garantire loro una vita dignitosa. Ho sempre lavorato nei call center, in passato ho fatto anche la barista. Non solo perdo lo stipendio, ma anche i soldi arretrati, questo perché nessuno si vuole prendere la responsabilità di aiutarci. Non si può rimanere indifferenti davanti a simili tragedie, almeno i soldi lavorati fino al licenziamento me li devono dare, sono frutto del mio sudore”.