(nella foto nel riquadro, Massimiliano Aru, 48 anni, padre di Martin Aru – entrambi rinchiusi nel carcere a Uta)
Nuova e clamorosa svolta sull’omicidio di Sandro Picci, 47enne pregiudicato, avvenuto ieri pomeriggio in via Pertusola a Cagliari. Tra gli arrestati, c’è anche il padre del reo-confesso, Martin Aru, (Massimiliano, 48 anni, residente in via Castelli, indagato per il reato di concorso nel macabro delitto).
Una vera e propria spedizione punitiva per “regolare i conti”, svoltasi nel cortile del palazzone di via Pertusola, dove abitava la vittima, Sandro Picci, 47 anni, pregiudicato, freddato da un colpo di pistola 7,65 da Martin Aru, 24 anni, residente in via Castelli. Ad accompagnarlo, il padre, Massimiliano, che insieme al figlio, ha assistito all’incredibile scena finale con un bagno di sangue. Entrambi si trovano rinchiusi in cella nel carcere di Uta: un padre che, anziché far desistere il proprio figlio a ripetuti e inutili litigi con il proprio “avversario”, lo accompagna in auto, dove poi spunta fuori anche una zirogna durante una discussione fin troppo animata e degenerata quasi subito.
I RETROSCENA. Tutto ha inizio intorno alle 14.45, quando su Facebook e su una chat di gruppo di whatsapp (dove ci sono anche amici e conoscenti di vittima e omicida), cominciano a riscaldarsi gli animi per un post pubblicato nelle rispettive bacheche personali: un crescendo di battibecchi che innesca rabbia e malumori, quando poi intorno alle 15.30, Martin Aru decide di recarsi in via Pertusola per un incontro a quattr’occhi col suo rivale, ma sul posto ha avuto la peggio, picchiato da alcuni amici di Picci che da subito avevano preso le sue difese. Il giovane scappa, torna a casa, in via Castelli, ma stavolta a dargli man forte è suo padre, Massimiliano, con il quale torna pochi minuti dopo a Is Mirrionis, per risolvere il diverbio avuto nella mezz’ora precedente. Martin Aru ha con se (nascosta nei pantaloni), la pistola, pochi e concitati attimi di diverbio nel pianerottolo di via Pertusola e l’arma spunta fuori, un colpo netto, deciso, fatale, esploso in bocca all’avversario che cade a terra esanime. Un epilogo macabro, padre e figlio salgono in macchina e scappano a tutto gas, mentre il loro “avversario” è disteso in terra in una pozza di sangue. Nella tarda serata di ieri, convinto anche dal suo legale, Martin Aru si presenta ai carabinieri confessando di aver sparato e raccontando i contorni di un’inquietante vicenda, da lì successivamente la convalida degli arresti da parte del magistrato di turno: padre e figlio si trovano rinchiusi nel carcere di Uta, (difesi dall’avvocato Marco Fausto Piras), su disposizione del pm, Guido Pani della Procura di Cagliari.










