Inferno jihadista, Pili: “Terroristi islamici in rivolta nel carcere di Bancali”

Secondo il deputato Unidos “si rifiutano rifiuto di rientrare in cella per i 18 pericolosissimi detenuti accusati di terrorismo internazionale di matrice islamica. Cercano in ogni istante lo scontro fisico con gli agenti e ogni giorno hanno una nuova rivendicazione, a partire da più libertà di telefonare in giro per il mondo”


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“Il carcere di Sassari è da giorni un vero e proprio inferno Jihadista. Rivolta collettiva nel cuore della notte e durante il giorno, sino al rifiuto di rientrare in cella per i 18 pericolosissimi detenuti accusati di terrorismo internazionale di matrice islamica”. Lo ha denunciato con un’interrogazione urgente al Ministro della Giustizia il deputato di Unidos Mauro Pili che nell’atto parlamentare ha riportato i fatti accaduti nel silenzio più totale nel carcere sassarese.

, “detenuti che cercano in ogni istante lo scontro fisico con gli agenti e ogni giorno hanno una nuova rivendicazione, a partire da più libertà di telefonare in giro per il mondo. Nel carcere di Bancali, frazione estrema di Sassari, la rivolta dei terroristi, però, deve restare nascosta. Le disposizioni sono severissime e si arriva persino ad indagare qualsiasi agente lasci trapelare mezza informazione. Non si deve sapere che lo Stato sta maledettamente perdendo e che gli agenti penitenziari ogni giorno rischiano sempre di più la vita. E’ vietato parlare per timore di disturbare il ministro e i suoi accoliti del Dap che continuano a fregarsene di agenti e sicurezza. Nel carcere nato per essere circondariale e trasformato con di punto in bianco in carcere di massima sicurezza la rivolta è alle stelle, da ormai tre giorni”.

Secondo il deputato nelle prossime ore arrivano i nuclei speciali da Roma, “annunciati da giorni ma che restano un miraggio nonostante la delicatezza della situazione. Le disposizioni date sotto voce agli agenti sono chiare: vietato reagire, per adesso la regola è subire. E’ da giorni che i terroristi islamici cercano lo scontro fisico con gli agenti. Irridono, provocano, mostrano violenza e muscoli di chi non ha niente da perdere. Da tre giorni, nel cuore della notte così come durante la giornata tutti insieme sbattono ogni oggetto che gli passa tra le mani sulle grate di ferro. Il carcere entra in subbuglio ogni qualvolta quel rintocco di protesta si esaspera. I terroristi, classificati detenuti di Alta Sicurezza di matrice terroristica, protestano senza tregua e addirittura 48 ore fa, nel corso del primo pomeriggio, tutti insieme hanno deciso di non voler rientrare nelle celle. La tensione è salita alle stelle. Tutti gli agenti in servizio si sono dovuti precipitare nel braccio jihadista del carcere. Tutti gli agenti precettati e trattenuti in servizio per sedare almeno momentaneamente tutti i detenuti musulmani. Le ragioni della protesta sono semplici: vogliono fare quello che vogliono.