Riavrà indietro i 44187 euro che, tanti anni fa, ha versato al Comune di Selargius per gli oneri di urbanizzazione di un terreno ai bordi della Ss 554. Rodolfo Monaco, quando ha iniziato la sua battaglia contro gli uffici comunali, aveva sessantasette anni ma, nonostante l’età in linea con l’inizio della pensione, gestiva una ditta specializzata in lavori pubblici e aveva qualche caseggiato dato in affitto. Oggi ha 74 anni, ha ancora il controllo totale degli immobili dati in affitto a questa o quella realtà e si prepara a riavere un bel gruzzoletto. Tutto inizia nel 2015 quando, con l’aiuto degli avvocati Piergiorgio Corona e Alberto Vinci, l’imprenditore trascina il Comune davanti al Tar. Il motivo? Un altro imprenditore doveva acquistare un capannone in uno dei terreni selargini di Monaco, in via Euclide, ma all’ultimo ci aveva ripensato, mandando il progetto gambe all’aria. Rodolfo Monaco, a quel punto, non aveva più bisogno di chiamare gli operai per mettere su mattoni e finestre. I giudici però gli danno torto: i soldi versati non può rivederli, la decisione è di maggio 2017. Ma lui, a capo della Edil Domus srl, non si scoraggia e fa ricorso al Consiglio di Stato. Che, qualche mese fa, accoglie pienamente la sua richiesta e straccia la sentenza precedente. Risultato? Dopo otto anni di guerra il Comune dovrà restituire i soldi a Monaco e, in più, pagargli anche gli interessi, ovviamente con denari della collettività, cioè dei selargini.
Rodolfo Monaco, però, è tutt’altro che contento: “Amareggiato? Sì, si può dire. Con la crisi economica dell’epoca avevo perso il possibile acquirente del capannone e ho solo chiesto di riavere i soldi della licenza edilizia. Ringrazio tantissimo i miei due avvocati. Noi imprenditori non siamo fatti per fare battaglie legali, ci auguriamo sempre di operare nella legge senza aspettare otto anni. Con i miei soldi farò nuovi investimenti, la zona industriale di Selargius è in espansione, come quella di Settimo San Pietro. Spero di trovare un nuovo acquirente per il mio terreno”. E poi, a telecamera spenta, c’è spazio anche per uno sfogo, quanto mai comprensibile: “Alcuni miei parenti fanno il mio stesso lavoro nel nord Italia, in Trentino. Lì gli imprenditori sono aiutati e tutelati, rappresentano davvero una ricchezza. Qui in Sardegna devi arrivare a contattare avvocati e, poi, confidare che i giudici ti diano ragione”.