Il rinfresco al Comune di Cagliari dopo Mattarella: sindaci, consiglieri e militari al buffet da 17mila euro

Il “vin d’honneur” a palazzo organizzato dall’amministrazione: dal guanciale, formaggio e ricotta, passando per altri salumi sino ad arrivare a una ricca selezione di stuzzichini di carne innaffiati a piacere da acqua, vino bianco, rosso o spumante, più una vasta scelta di dolci. VIDEO


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Ed eccolo, il banchetto, meglio, il “vin d’honneur” organizzato dal Comune di Cagliari per ospitare i principali partecipanti alla Festa delle forze armate. Assenti, ma in pochi ci speravano, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il ministro della Difesa, Guido Crosetto. A palazzo, tra due sale con tavolate piene di ogni ben di Dio e un bancone abbastanza lungo per contenere acqua, due scelte di vini, bianchi o rossi, più gli spumanti, è stato il valzer di sindaci, consiglieri, assessori e militari. Qualche nome, sperando di non scontentare nessuno visto che la lista sarebbe lunga? I primi cittadini di Sestu e Selargius, quasi tutti i consiglieri di maggioranza (quasi compatta la squadra di Fratelli d’Italia con Antonello Floris, Pierluigi Mannino, Stefania Loi, Corrado Maxia e il loro assessore ai Trasporti, Alessio Mereu), poi Alessandro Balletto e Edoardo Tocco di Forza Italia, Giorgio Angius dei Riformatori, Guido Portoghese e Camilla Soru del Pd, l’ex sindaco Emilio Floris. Ancora: Aurelio Lai e Marcello Piras del gruppo Solinas Presidente. Presente anche il sindaco Paolo Truzzu, l’assessore regionale alla Sanità Carlo Doria. Poi qualche dirigente comunale, colonnelli e militari di ogni ordine e grado. Non solo: presenti anche il presidente di Confcommercio  sud Sardegna Alberto Bertolotti e il numero uno provinciale di Confesercenti Roberto Bolognese e il presidente dell’Authority portuale Massimo Deiana. Ancora: l’attuale comandante della polizia Locale Giambattista Marotto con tanto di divisa e anche Maria Antonietta Mongiu.
Il menù? Ricco di specialità sarde: guanciale, salsiccia, formaggio dolce o leggermente piccante, panadine, ricotta da accompagnarsi eventualmente al miele, una grossa varietà di salati e di dolci, dove spiccavano delle mini pardule. Costo dell’operazione? Diciassettemila euro, somma prevista nell’ambito della spese di rappresentanza del Comune “finalizzate a mantenere o ad accrescere il prestigio dell’amministrazione comunale, inteso quale elevata considerazione, anche sul piano formale, del suo ruolo e della sua presenza nel contesto sociale, interno ed internazionale, per il miglior perseguimento dei propri fini istituzionali”. Due piccole annotazioni di cronaca: non tutti i consiglieri di Cagliari hanno partecipato, c’è stato infatti qualcuno contrario al buffet. E, tra i presenti, tra un tramezzinetto e un bicchiere di bianco, qualcuno si è lamentato di una particolarità legata all’invito: era strettamente personale, nel senso che non era compreso l’eventuale coniuge.


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