A prima vista sembra uno dei tanti cagliaritani pronto a fare la spesa in qualche supermercato. Ma la realtà è ben diversa: per Giulio (il nome è di fantasia), sessantaduenne disoccupato, la “spesa” è a costo zero perché – per quanto riguarda il cibo – arriva, due volte al mese, la mano d’aiuto del centro d’ascolto di La Vega: “Vivo con mia moglie, la vera emergenza sono le bollette da pagare. Cibo e vestiario, per fortuna ce lo danno. Sia io sia mia moglie non abbiamo un lavoro. Non ho nessuna pensione e nessun conto in banca”, spiega Giulio, tenendo gli occhi bassi. Qualche barattolo di pelati e un po’ di pacchi di pasta sono utilissimi a riempire lo stomaco.
E, per la casa, idem come per le altre emergenze: parola d’ordine, arrangiarsi: “Abitiamo in un sottopiano, una specie di cantina, per la quale non dobbiamo pagare le tasse perché l’atto è stato firmato da mia moglie”. Prima di riprendere la sua “passeggiata” verso casa con il carrello di stoffa pieno di cibo, c’è spazio per una tanto semplice quanto amara constatazione: “Non ho entrate”, vivere così “è difficile”.









