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di Fabio Leo
Un video di 7 anni fa che riaffiora all’improvviso senza un apparente perché. La condivisione diviene virale, e via giù di ‘meme’, montaggi esilaranti e qualche cattiveria di troppo. Inutile negarlo, un sorriso l’ha strappato un po’a tutti, al punto che le sue performance cariche di enfasi sono finite addirittura sulla rubrica ‘I nuovi mostri’ di Striscia la Notizia. Il protagonista, Francesco Pandolfi, originario di Quartu, in realtà è un vero maestro di Kung Fu. Insegnante “di fama internazionale” come recita la descrizione sulla sua pagina Facebook, da anni, attraverso la sua associazione, si occupa di tecniche di autodifesa. Molto attivo in particolare nell’opera di contrasto alla violenza di strada, soprattutto nei confronti delle donne, e di contrasto al bullismo, Pandolfi, a dispetto di quanto il web in maniera spietata abbia mostrato, è davvero un professionista che sa il fatto suo. Come detto, le divertenti performance mostrate nel video durante una vecchia puntata di Videolina Mattina, hanno scatenato l’ilarità della rete, nonostante lo stesso protagonista, attraverso una nota sul profilo Facebook personale, avesse tenuto a specificare: “Il video era volutamente scherzoso per cercare di screditare chi, a quel tempo, voleva far credere cose assurde ai più giovani per attirarli nel mondo orientale; penso che chi pratica arti marziali debba essere d’esempio nel cercare di valorizzare al meglio chi è meno fortunato, chi non ha sicurezza in se stesso e si sente inferiore”. A nulla è servito però il chiarimento, e dalle semplici risate, come spesso accade, si è passati agli insulti gratuiti e alle minacce, al punto che Pandolfi si è visto costretto a ricorrere all’autorità giudiziaria per tutelare immagine e credibilità.
L’ASTA DEL GILET. E dire che lo stesso maestro, in un primo momento e senza prendersi troppo sul serio, lanciò ironicamente un’asta per l’oramai celeberrimo gilet verde indossato nel video: “Base di partenza 100 euro, chi offre di più?”, dichiarò con il sorriso Pandolfi. Purtroppo, si sa, il web risulta utile quanto spietato, vetrina positiva e brutale macchina del fango allo stesso tempo, e quando il messaggio diviene virale, fermarlo appare quasi impossibile. La vittima questa volta è stato lui, a pensarci bene però, potrebbe capitare a chiunque, per qualunque motivo, in qualunque istante e anche solo un piccolo passo falso sul ‘mare aperto’ della Rete, potrebbe risultare fatale. Dal canto suo, il maestro, nonostante quei poco più di 15 minuti di celebrità di ‘warholiana’ memoria, continuerà a portare avanti con dedizione e passione la sua missione. “Uscire dalla violenza si può”, recita il suo libro, chissà che non possa tornare utile anche per quella spietata, spietatissima violenza che si nutre quotidianamente del web.