Sulle vie dei canti con le “Voci Nomadi”: tutto il fascino delle antiche polifonie dell’Isola e la
magia delle risonanze e il gioco degli armonici del Khoomij della Mongolia, per il concerto che
DOMANI (mercoledì 1 luglio) alle 22, nell’Ex Municipio di via Nora a Pula inaugurerà il
XXXIII Festival La Notte dei Poeti organizzato dal CeDAC.
Sotto i riflettori il coro Cuncordu e Tenore de Orosei e i maestri Tsogtgerel Tserendavaa e
Ganzorig Nergui, per un ideale viaggio alla (ri)scoperta delle sonorità tradizionali della Sardegna,
tra armonie sacre e profane, e le suggestioni del canto difonico dell’Asia: l’emozione di un incontro
fra popoli e culture attraverso il linguaggio universale della musica, in una notte di (quasi)
plenilunio nel cuore del Mediterraneo.
Un evento speciale – oltre i confini del tempo e dello spazio – in cui le modalità del canto a tenore,
espressione artistica originale, sbocciata in seno alla civiltà agro-pastorale della terra d’Ichnusa (dal
2005 inserito dall’Unesco nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità) e le architetture
rigorose del canto a curcordu d’ispirazione religiosa si fondono alle diplofonie e triplofonie
caratteristiche della tradizione mongola. Un ponte ideale fra due mondi lontani – l’Isola incastonata
nel Mar Mediterraneo, con i suoi profili aspri e rocciosi scolpiti dal vento, i suoi paesaggi di
vertiginosa bellezza e forti contrasti – e le vaste praterie e le steppe della Mongolia, le montagne e
l’immenso deserto del Gobi.
Nello spazio intimo e raccolto del cortile dell’Ex Municipio – in pieno centro a Pula –
riecheggeranno le melodie arcane dei canti delle genti nomadi dell’Asia e i ritmi incalzanti dei balli
sardi, mentre il timbro inconfondibile della voche di Massimo Roych (anche alla trunfa, al flauto e
al pipiolu) e del basso, alias Mario Siotto, con Gian Nicola Appeddu (contra), Piero Pala
(mesuvoche) e Tonino Carta (voche) si intrecceranno alle peculiari risonanze degli armonici nella
tecnica Khoomij – nell’interpretazione di Tsogtgerel Tserendavaa e Ganzorig Nergui – e al suono
di strumenti come il flauto tsuur, la viella morin-khuur e il liuto tovshuur.
L’interessante progetto artistico che riunisce uno tra i più noti e apprezzati ensemble vocali della
Sardegna, erede di una tradizione millenaria affinata attraverso lo studio e il confronto con altre
tradizioni musicali, e i due cantanti mongoli che portano in giro per il mondo le melodie e la cultura
delle terre semidesertiche dell’Asia Orientale, mette in luce segrete e insospettabili affinità tra due
forme espressive apparentemente così diverse, ma entrambe fondate sugli armonici, e sulle note
gravi di un bordone che sostiene la melodia.
Se come narra un’antica leggenda all’origine di tutto ci fu un suono, una vibrazione, il filo invisibile
che lega la Sardegna alla Mongolia conferma una volta di più l’unità del cosmo, e l’armonia che lo
governa: la musica e in particolare il canto, pur nella sue infinite variazioni, rappresentano
quell’unica koinè, quel linguaggio universale che vince e annulla distanze e barriere, e mette in
comunicazione e unisce i popoli superando le differenze culturali, muovendo le corde più segrete,
risvegliando ricordi ed emozioni.
Le “Voci Nomadi” (progetto promosso dal Festival des Musique Sacrées de Fès (in Marocco),
dove i sette musicisti si sono incontrati per la prima volta, e hanno provato ed eseguito la prima
mondiale del concerto) continuano a girare il mondo in un’intensa tournée che spazia dall’Africa
all’Europa, dalla Sardegna – con tappa obbligata nelle Baronie – alla Norvegia, alla Polonia, sui
palcoscenici di importanti festivals e manifestazioni.
Nell’Isola – dopo un’anteprima (domenica 28 giugno) alla Cittadella dei Musei di Cagliari, e l’atteso
appuntamento – STASERA (martedì 30 giugno) alle 21.30 nel Bar S’Isula – a Orosei, l’ensemble
sarà sotto i riflettori nell’Ex Municipio di Pula (appunto DOMANI, mercoledì 1 luglio alle 22) per
l’evento inaugurale della trentatreesima edizione del Festival La Notte dei Poeti nel segno di un
dialogo fra popoli e civiltà diverse, attraverso l’arte e la musica.
Il canto polifonico e difonico delle “Voci Nomadi” ma anche il suono di strumenti appartenenti alla
tradizione dei rispettivi popoli che impreziosisce le performances saranno presto incisi in un CD – e
alcune tracce saranno registrate proprio in Sardegna nell’ambito della breve ma intensa tournée
che spazia dal Campidano al Sulcis, fin nell’antica regione delle Baronie, nel paese adagiato nella
valle del fiume Cedrino (con un territorio si alternano spiagge e strapiombi a picco sul mare) in cui
è iniziata la storia del Cuncordu e Tenore de Orosei.
L’omaggio ai Grandi Maestri – fil rouge del XXXIII Festival La Notte dei Poeti – trova nel
concerto delle “Voci Nomadi” un’interessante chiave di rilettura delle antiche tradizioni e delle
forme della musica e della cultura popolare, eredità tramandate dai maestri in seno ad una civiltà
fondata soprattutto sull’oralità, attraverso le generazioni, come un patrimonio prezioso ma anche
materia viva, suscettibile di variazioni e aperta a incontri e contaminazioni, che senza trasformarla,
la arricchiscano e la avvicinino ad una sensibilità contemporanea.