“Parto a Londra”. Detta così, potrebbe apparire come l’ennesima dichiarazione d’addio al proprio paese. Se poi a pronunciarla è un ragazzo di 18 anni, ci sarebbero tutte le condizioni per convincersene. Eppure, nonostante questa frase riecheggi troppo spesso tra le fila delle nuove generazioni, dietro tali parole si cela tutt’altro significato. Davide Moreno, 18 anni appena e un sogno diventato realtà: incidere un album da vero “anti-talent”, perché la musica e i contenuti vengono prima dell’immagine e delle apparenze. “Parto a Londra altro non è che il mio primo, fortunatissimo singolo, che ha anticipato l’uscita dell’album ‘Cantastorie’, un lavoro frutto di riflessioni, o meglio, viaggi mentali, che un ragazzo della mia età è solito compiere”.
Storie personali e non, percorsi introspettivi, questi i temi dei testi, accompagnati da melodie che con il tempo Davide ha imparato a ricamare alla perfezione sulle parole: “Da quando ho appreso i primi accordi ho iniziato a comporre le mie melodie, che poi con il passare del tempo ho imparato ad accompagnare con le parole, fino a creare delle vere e proprie canzoni, e se penso da dove sono partito, quasi mi viene da ridere”. Le pentole della nonna come set acustico a mo’ di batteria, la prima chitarra a l’età di 9 anni e gli studi musicali durante il triennio delle scuole medie: “La musica è sempre stata la mia principale passione, fin da piccolissimo – racconta Davide – sono riuscito a far conciliare l’arte con l’impegno e il dovere, anche in questo momento decisamente particolare per me, nel quale mi ritrovo a promuovere il mio primo lavoro discografico e a recarmi quotidianamente a scuola, sembra tutto così assurdo”.
Davide vive con la sua famiglia a San Gavino Monreale e attualmente frequenta la classe quinta del liceo delle scienze umane, ma non teme certo la maturità, concetto che già gli appartiene, nonostante la sua giovanissima età: “C’è voluto quasi un anno per completare le registrazioni – precisa – è stato faticoso ma è una soddisfazione immensa, devo ringraziare tantissime persone e in particolare il mio produttore Filippo Cossu, vorrei che le mie canzoni aiutassero a suscitare emozioni, ricordi e riflessioni nell’ascoltatore, non concepisco la musica come puro e semplice intrattenimento”. Il suo sound, ma soprattutto la sua scrittura, si ispirano ad artisti del calibro di John Mayer, Bungaro, Mecna, Ghemon, Cesare Cremonini, Jason Mraz. E se il suo “Parto a Londra” potrebbe aver tratto in inganno, al momento, Davide non ci pensa neppure a lasciare la sua amata terra: “Ora devo concentrarmi sugli studi, per il futuro vorrei che la musica diventasse il mio lavoro e che ciò che scrivo potesse darmi da mangiare – conclude Davide – non mi dispiacerebbe diventare un affermato cantautore, o anche solo un autore, chissà”.
Fabio Leo
PHOTO BY Jaime Curreli











