Il Senato approva con 213 sì e 3 voti contrari la Relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dei rifiuti radioattivi in Italia. Roberto Cotti (M5S): “Il mio voto è contrario perché la Commissione non ha avuto il coraggio di chiedere una correzione del decreto, escludendo completamente l’ipotesi di imporre un deposito nucleare contro la volontà delle popolazioni, ma anche perché tra i motivi di esclusione non sono stati presi in considerazione criteri sociopolitici e socioeconomici, per non parlare dell’ipotesi assurda di situare uno stoccaggio di rifiuti nucleari in Regioni in cui si svolgono esercitazioni militari”.
“D’altra parte, al di là della considerazione generale sopra svolta, non sembrerebbe necessariamente condivisibile che, in tema di sicurezza, la maggiore severità sia sempre e comunque la scelta migliore”. E’ uno dei tanti e controversi passaggi contenuti nella Relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dei rifiuti radioattivi in Italia approvata quest’oggi al Senato con 213 si e tre voti contrari. Il senatore cinquestelle Roberto Cotti ha così motivato il suo voto contrario (https://youtu.be/-cZPy8zJigE): “Due punti in particolare mi hanno lasciato perplesso. Uno è l’ampia disquisizione della Commissione solo criterio della sismicità elevata, mentre avrebbe sarebbe dovuto dare più importanza anche al criterio geologico e idrogeologico, ma soprattutto anche a quelli di tipo sociopolitico e socioeconomico. Alla luce dei recenti attentati in Belgio, basti pensare solo all’ipotesi di un trasporto via mare di scorie nucleari: credo che vi sarebbero grossi problemi anche dal punto di vista di possibili rischi terroristici. Per non parlare dell’ipotesi assurda di situare uno stoccaggio di rifiuti nucleari in regioni in cui si svolgono esercitazioni militari, e mi riferisco in particolare alla Sardegna. Non solo, altre considerazioni sono state ignorate dalla Commissione, ad esempio l’incompatibilità di determinate attività economiche – penso a quelle turistiche – con la presenza di un sito di rifiuti radioattivi”.
“La cosa che più mi ha fatto propendere per il voto contrario – prosegue Cotti – è stata la mancata richiesta di una correzione del decreto legislativo n. 31 del 2010, che prevede, sì, come privilegiata una procedura condivisa di individuazione del sito, ma non esclude, come invece avrebbe dovuto fare, l’ipotesi di ricorrere ad una procedura impositiva in caso di fallimento di un’intesa. In un territorio in cui si deve praticamente mettere un vincolo eterno non si può assolutamente ipotizzare una procedura impositiva, a costo di pagare tutti noi, tutto il resto d’Italia. In quel territorio in cui viene individuato il sito per lo stoccaggio delle scorie nucleari, dal momento in cui iniziano i lavori devono sparire completamente la disoccupazione, i problemi ambientali, le opere non terminate. E tutto il resto d’Italia dovrebbe contribuire a pagare per questo, puntando esclusivamente su procedere condivise, come si fa in altri Paesi, forse più civili del nostro”.
Così in conclusione il senatore del M5S: “Questo è il motivo principale per cui mi sono opposto: perché la Commissione non ha avuto il coraggio di chiedere una correzione del decreto, escludendo completamente l’ipotesi di imporre un deposito nucleare, come è stato tentato di fare in passato a Scanzano Jonico”