Al comitato organizzatore, composto da oltre 40 fra associazioni di categoria, confederazioni e organizzazioni sindacali e il mondo del volontariato sardo stanno giungendo ancora adesioni di gruppi spontanei che mercoledì prossimo sfileranno dalla Grande Miniera di Serbariu fino a piazza Roma a Carbonia.
Ospite-testimone della Marcia sarà monsignor Giancarlo Maria Bregantini, vescovo metropolita di Campobasso già vescovo di Locri e minacciato di morte della ‘ndrangheta per la sua attività a sostegno della legalità nel territorio calabro ad alto tasso di criminalità organizzata, che terrà il discorso conclusivo dopo le testimonianze dei lavoratori, dell’Alleanza contro le povertà, del volontariato, della Caritas e dei giovani.
E i giovani saranno protagonisti della mattinata del giorno 30 quando parteciperanno a tre workshop in cui saranno dibattuti i temi guida della marcia di quest’anno che sono Lavoro, Povertà e Ambiente, condizioni che impediscono, così come relazionato dagli organizzatori, il compimento della pace in Sardegna.
Lo slogan della Marcia ricalca il tema del messaggio di papa Francesco per la 49.a Giornata mondiale della Pace “Vinci l’indifferenza e conquista la Pace”, del 1 gennaio 2016, messaggio reso pubblico nei giorni scorsi e inviato a tutti i potenti della terra in cui l’incipit è quello che il Santo Padre chiama “Globalizzazione dell’indifferenza”, un atteggiamento, quello dell’indifferenza, pericoloso e che mette a rischio la pace nel mondo in particolare per quella che viene definita “una terza guerra mondiale a pezzettini” capace di accentuare la forbice fra nazioni ricche e nazioni povere e dove la ricerca sfrenata del benessere non fa altro che consumare il territorio; quello che il cristiano definisce “il creato”.
«La scelta di Carbonia non è casuale – ha dichiarato don Angelo Pittau promotore fin dal 1987 della Marcia della Pace di fine anno – perché la città mineraria prima significava “lavoro e benessere” per tantissima gente, oggi, invece, è l’emblema del “non lavoro”, della disoccupazione, della devastazione del territorio, della povertà».
«La novità di quest’anno – ha detto don Marco Lai, direttore della delegazione Caritas Sardegna – è che la Marcia assurge a livello regionale. Dopo 29 anni di impegno da parte della Caritas di Ales-Terralba, infatti, i promotori hanno considerato che era necessario fare un salto di qualità e coinvolgere tutta la parte sana della società sarda per ridare speranza ad una regione che più delle altre soffre il disagio della mancanza di lavoro, della crisi che ha colpito i nostri territori e che vanta il triste primato di essere la regione più povera d’Italia».
La Marcia avrà inizio alle ore 15 del giorno 30 dicembre partendo dalla Grande Miniera di Serbariu