Via Dante, antipasto d’estate 2018: i cartelli “affittasi”, “liquidazione totale” e “vendesi” ci sono, ma in leggero calo. Nel lunghissimo viale alberato, un tempo “passeggiata” di migliaia di cagliaritani e oggi utilizzato prevalentemente per attraversare, in automobile, la città, c’è chi prova a non ammainare bandiera bianca e chi, addirittura, taglia il nastro della sua nuova attività. In una Cagliari nella quale il commercio è moribondo – vedi San Benedetto e, seppur in modo più lieve, le storiche strade dello shopping – esistono ancora giovani che tentano la carta del commercio. Anche grazie agli affitti, più bassi rispetto al pieno centro.
Enrica Massa, 28 anni, da tre dirige una boutique di abiti femminili: “La crisi c’è, inutile negarlo, ma è in tutte le vie. Io ho optato per degli sconti del cinquanta per cento, le clienti badano molto al rapporto tra qualità e prezzo. Ho anche aperto un negozio in via Alghero, lì spero di avere più fortuna”. Da Oristano a Cagliari, in via Dante, anche Matteo Lilliu, 26enne: “Ho aperto da pochi giorni, propongo abiti di qualità, propongo cose belle e innovative. Qui posso permettermi di avere novantacinque metri quadri più un’area esterna di altri quaranta e pago 1700 euro al mese di affitto, in via Manno per meno della metà dello spazio mi hanno chiesto quattromila euro, un qualcosa di ridicolo”.









