Cagliari, malata di sclerosi multipla “abbandonata” negli ospedali non specializzati: “Vergogna”

La denuncia di Ylenia Mereu. “Brotzu strapieno e volevano mandarmi a Nuoro. Alla fine mi hanno tenuto al SS. Trinità. Una vergogna essere abbandonata in questo modo con una patologia invalidante”.


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Il Brotzu era pieno e così volevano mandarla a Nuoro. Ma alla fine è stata tenuta al Santissima Trinità. La paziente Ylenia Mereu ringrazia l’ospedale di Is Mirrionis in un post che denuncia la crisi della sanità in Sardegna.
“Ringrazio di cuore il Santissima Trinità e tutto il personale medico e paramedico infermieri ed oss per avermi accolto e curata in modo impeccabile, nonostante la mancanza del reparto neurologico , mi hanno accompagnato con premura verso il Policlinico in ambulanza per essere visitata da un neurologo (il Brotzu era strapieno)”, scrive la Mura, “vista la grave e carente situazione di posti letto nella zona, mi hanno proposto “forse” il San Francesco di Nuoro , hanno deciso di tenermi qui in Obi fino al completamento della terapia , e prestarmi le cure del caso. Il Binaghi dove sono attualmente seguita non è operativo i festivi, non effettua ricoveri , solo in dh e su prenotazione, e terapie , una vergogna per il fatto che sia un centro di riferimento regionale , con ottimi medici, infermieri ed oss un reparto all’avanguardia che i tagli alla sanità ha devastato. È una vergogna essere abbandonata in questo modo con una patologia invalidante come la Sclerosi Multipla. Essere stata dirottata su un ospedale che nulla ha a che vedere con questa patologia. Chiedo che venga fatto girare questo messaggio soprattutto alle istituzioni ,anche per le altre persone che si trovano nella mia stessa situazione. Un plauso invece alla sanità che funziona bene ma ancora è carente di personale , che fanno turni snervanti e lunghissimi spesso sotto stress medici che si fanno in 4 per trovarti un posto letto o una consulenza esterna in un altro ospedale già carico di suo. Presidente della regione Sardegna, vuole fare la differenza ? Noi aspettiamo lei”.


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