Il giudice ha disposto la chiusura del fascicolo aperto per omissione di soccorso: nessuno si accorse che stava male, nella notte del 29 settembre. Non ci fu alcuna omissione di soccorso: Andrea Capone, ex centrocampista del Cagliari, è morto per cause naturali, stroncato con ogni probabilità da un arresto cardiaco dovuto a un’aritmia legata a una cardiomiopatia. A stabilirlo è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Giorgio Altieri, che ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero Marco Cocco. Il procedimento, aperto contro ignoti dopo il ritrovamento del corpo del calciatore nella suite dell’hotel Palazzo Tirso in piazza Deffenu, è stato dunque chiuso. Come riportato da L’Unione Sarda nell’articolo di Francesco Pinna, quella notte Capone era solo, e nessuno si era accorto del malore che lo aveva colpito. La famiglia dell’ex giocatore aveva presentato opposizione all’archiviazione, chiedendo di proseguire con ulteriori indagini per chiarire quanto accadutMa il lavoro degli inquirenti, supportato dagli accertamenti medico-legali, ha escluso qualsiasi responsabilità esterna. Il corpo di Capone era stato trovato la mattina del 29 settembre scorso nei pressi di un pianerottolo, all’interno della suite dove aveva trascorso la notte. All’inizio si era ipotizzata una caduta accidentale, ma l’esame autoptico eseguito dal medico legale Roberto Demontis, incaricato dal pm, aveva chiarito che non vi erano segni compatibili con traumi o violenze, confermando che il decesso era stato provocato da un evento naturale improvviso.












