È sempre più potente la bufera che si è abbattuta sul futuro dell’unità spinale dell’ospedale Marino di Cagliari. Il trasferimento al Brotzu non è ancora certo, e anche se avvenisse domani non ci sarebbero gli spazi adatti. Con grossi problemi per i pazienti e per gli operatori sanitari. A dirlo, con una nota di fuoco, sono Carlo Marras della Cgil, Guido Sarritzu della Uil e Massimo Cinus della Cisl: “L’unità spinale dovrebbe transitare al Brotzu per tutti gli aspetti inerenti alla gestione del personale e all’organizzazione, come buste paga, timbrature, contrattazione decentrata, restando comunque al Marino finché la nuova azienda ospedaliera non potrà accoglierla in spazi idonei. Se quanto appena esposto fosse vero sarebbe incomprensibile la ratio della scelta poiché si modificherebbe esclusivamente la collocazione formale in un’altra azienda, senza la soluzione ai problemi di sicurezza del paziente che parrebbe siano alla base della decisione del trasferimento stesso”, denunciano i sindacalisti: “Abbiamo dichiarato la nostra contrarietà a soluzioni formali e non sostanziali, che appaiono pasticciate e prive di garanzie in termini di sicurezza per il malato e per gli operatori. Una decisione che, a nostro parere, rischia di compromettere un servizio di eccellenza, centro di riferimento regionale per i pazienti mielolesi. In riferimento ai temi legati alle risorse umane si ricorda che abbiamo chiesto più volte che venga concessa alle lavoratrici ed ai lavoratori la possibilità di esercitare il diritto di opzione per poter rimanere nella ASL di appartenenza, ovvero, quella di Cagliari”.
“Il quadro desolante della sanità sarda, con alcune decisioni della giunta regionale, rischiano di peggiorare la situazione per pazienti e lavoratori spostati come pacchi postali, senza che questi ultimi abbiano la possibilità di scegliere se restare nell’azienda di appartenenza oppure no, esercitando il “diritto di opzione”. Una politica che ancora una volta si dimostra lontana e insensibile alle problematiche dei lavoratori e degli utenti, ancor di più quando dispone un trasferimento solo sulla carta generando problemi gestionali aggiuntivi che non possono che ricadere su pazienti”.










